Calcio

Il matrimonio di Paolo Rossi

Indiscreto 12/12/2020

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Il funerale di Paolo Rossi si è svolto poco fa a Vicenza, fra tante persone sincere e qualcuna che ha fatto passerella. Non riusciamo ad aggiungere niente sulla morte di una persona che ha reso migliore la nostra vita e che ringrazieremo per sempre. Fra i tanti ricordi letti ed ascoltati in questi giorni ci ha colpito l’intervista della prima moglie, Simonetta, pubblicata sul Corriere della Sera. Parole che ci sono sembrate realmente affettuose e calde, come raramente avviene fra ex coniugi. Parole che ci hanno fatto venire in mente l’impatto che ebbero le loro nozze sull’immaginario collettivo degli italiani. Nozze fortunate, come lo sarebbero poi state anche le seconde.

Prima di quel 7 settembre 1981 anche i fanatici di calcio sapevano a malapena se i loro campioni fossero sposati no: di solito lo erano, su suggerimento dei loro club che spesso si trasformava in imposizione. Fra l’altro, come molti anni dopo lo stesso Rossi avrebbe spiegato, quello fra lui e Simonetta Rizzato era sì vero amore ma senza il ‘consiglio’ di Boniperti (da squalificato Rossi si stava allenando con la Juventus in attesa del rientro) le nozze sarebbero magari state rimandate. La testa a posto, la maturità, la tranquillità: l’armamentario ideologico dell’epoca era questo e non soltanto per i calciatori.

Senza esagerare, si può dire che in rapporto all’Italia furono nozze paragonabili a quelle avvenute qualche settimana prima a Londra, fra Carlo e Diana. Rossi non giocava da oltre un anno ma il suo volto era stampato nella testa anche di mamme e nonne, ed in generale anche di chi non seguiva il calcio. Nell’abbazia di Sant’Agostino presenti molti calciatori a partire da Nicola Zanone, amico fraterno del campione e suo testimone, con foto che tutti i viventi dell’epoca ricordano, a partire da quelle della sposa con una fascetta in fronte che era di grande moda. Non ci ricordavamo invece, l’abbiamo scoperto dai ritagli, che la luna di miele fu di pochi giorni, nell’albergo di Marino Basso (campione del mondo 10 anni prima di Rossi ed in maniera altrettanto inaspettata) ad Arcugnano.

Ma cosa volevamo dire, in mezzo al dolore? Che Paolo Rossi è stato il volto dell’ultima generazione di calciatori che sentivamo vicini, ma anche che non bisogna confondere l’affetto generazionale, che si ha alla massima potenza per i nostri possibili fratelli maggiori (sportivi o cantanti di una decina di anni più anziani), per un giudizio morale assoluto. Non è che il campione tatuato di oggi, che posta su Instagram le sue nuove mutande, sia meno ‘vero’ di Zoff, Scirea, Tardelli, Bergomi, Antognoni, Bruno Conti e sì, anche di Rossi. È un figlio del suo tempo, che fra 40 anni sarà pianto da ex ragazzini che a suo tempo lo hanno ritenuto importante. Ce lo ricordiamo, il matrimonio di Paolo Rossi, con i giornali che lo paragonavano alla misura ed alla modestia dei matrimoni dei calciatori di una volta. C’è sempre un passato più serio e ‘vero’ da rimpiangere: il nostro è quello di Paolo Rossi.

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