I funerali di Stato per Giulia Cecchettin

5 Dicembre 2023 di Stefano Olivari

Sono appena finiti i funerali di Giulia Cecchettin, in tutto e per tutto funerali di Stato anche se formalmente non lo erano. Una folla immensa, almeno diecimila persone, il ministro della Giustizia Nordio, il presidente del Veneto Zaia, sindaci e politici vari, la diretta televisiva. Mancava Mattarella, ma ha fatto arrivare un messaggio interpretando i sentimenti di tanti. Perché non c’è dubbio che l’uccisione di questa ragazza sia diventata un caso nazionale ed abbia colpito più di tanti casi di analoga efferatezza, oltre che di analogo presunto colpevole, visto che la quasi totalità (l’82% secondo il Ministero dell’Interno) dei femminicidi in Italia viene commessa da partner (o ex), familiari e conoscenti.

Perché? Perché Giulia Cecchettin è stata estratta dal mazzo delle vittime e usata per un grottesco dibattito sul patriarcato? Non è una domanda retorica, è che ogni volta rimaniamo stupiti da come situazioni simili generino reazioni popolari diverse. Ci vengono in mente, parlando di tutt’altro, due bambine reali che quasi vent’anni fa sotto i nostri occhi giocavano alle due Simone, da tanto che si era parlato del caso delle due ragazze sequestrate a Baghdad. Inutile dire che loro, ma purtroppo anche noi, ignoravamo anche soltanto i nomi di tanti missionari italiani sequestrati o peggio. Quanti hanno sentito parlare di padre Dall’Oglio? Qualcuno si è inginocchiato per lui, oltre che per uno spacciatore di Minneapolis? Eppure è scomparso da dieci anni, realisticamente è morto ma non è questo il punto.

Dove vogliamo arrivare? Da nessuna parte. Se l’iper-attenzione su un caso purtroppo simile a tanti altri servirà a far cambiare qualche comportamento ne saremo felici, ma non ci crediamo. Il tristissimo uomo pseudo-femminista che in questo momento si sta auto-colpevolizzando non è certo il profilo del killer o del maltrattatore, comunque giusto che se ne parli perché magari ai ragazzi rimane in testa qualcosa. Ma quanto accade a livello di scuole medie non ispira ottimismo, anzi… Personalmente vorremmo che i colpevoli di crimini del genere finissero sulla sedia elettrica, o che almeno se ne discutesse nell’attesa che uno psichiatra di pronto intervento certifichi il raptus. Il governo di destra non è poi così di destra, alla fine.

Se ne parla anche perché il presunto colpevole è italiano e bianco, non sia mai che un musulmano o in generale uno straniero (secondo l’ISTAT il 25% dei femminicidi con colpevole accertato ha un autore straniero) sia invitato a riflettere sul patriarcato, quelle sono culture da rispettare come ha ricordato anche un paio di mesi fa a Brescia quella richiesta di assoluzione per un bengalese perché nella sua cultura c’è disparità fra uomo e donna. Però nemmeno questo e nemmeno la sua famiglia (solo in un film la nonna presenta un libro poco prima dei funerali della nipote) spiega perché Giulia Cecchettin e chi l’ha ammazzata abbiano scatenato tutto questo.

stefano@indiscreto.net

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