Attualità

Hackett e Shengelia il bottino di guerra

Stefano Olivari 09/03/2022

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Daniel Hackett e Tornike Shengelia sono da poco diventati giocatori della Segafredo Virtus Bologna, avendo lasciato il CSKA Mosca che è stato sospeso dall’Eurolega per le note vicende. Insieme a loro hanno lasciato il club Pangos (il contratto più breve della storia), Voigtmann e altri. È probabile che il prossimo sia Clyburn, ma non volevamo fare basket-mercato o più facili considerazioni tecniche: Shengelia è uno che sposta, mentre Hackett nella Virtus attuale strapiena di guardie è bulimia pura, significa nella migliore delle ipotesi togliere spazio a Pajola.

Volevamo dire altro e cioè che questo veloce gettarsi sui giocatori delle squadre russe, non soltanto nella pallacanestro, ‘liberati’ dalle sanzioni dell’Occidente e quindi senza buyout e cose simili (ma se ci fosse una tregua e fra un mese il CSKA venisse riammesso?), è vomitevole, una sorta di bottino di guerra senza avere fatto la guerra. A meno che Bologna sia piena di partigiani (a parole sì, il 25 aprile), gente che ha combattuto l’invasore Putin e per coerenza ha spento anche il riscaldamento in casa.

Niente di personale contro la Virtus o altri predatori, e meno che mai contro i giocatori che come alternativa avevano lo stare fermi e perdere minimo mezza stagione, però in tutto questo affannarsi sulle spoglie dello sport russo, fino a prova contraria non colpevole dei massacri in Ucraina, c’è qualcosa di osceno. Se poi anni di informazione da pensiero unico ci fanno sembrare tutto normale allora è ancora peggio.

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