Genitori vs influencer, a lezione da Fabio Volo

Il film di Sky è incentrato sul rapporto fra un padre e la figlia quindicenne, con i social network che non sempre sono una cattiva cosa...

30 Aprile 2021 di Stefano Olivari

Genitori vs influencer, il film con protagonista Fabio Volo che abbiamo appena visto su Sky dopo Manchester United-Roma e che comunque è anche in alcuni dei cinema che hanno riaperto, rappresenta bene l’Italia di oggi. Anche se per la critica seria, quella che senza Alba Rohrwacher violoncellista che si taglia le vene o Elio Germano ex brigatista con problemi psichici nemmeno si mette a guardare un film, Fabio Volo nel mondo del cinema rimane un intruso così come lo sarebbe in quello della letteratura.

Invece anche in Genitori vs influencer Volo dimostra le sue grandi doti di comunicatore, pur non essendo regista (dirige Michela Andreozzi) e nemmeno sceneggiatore del film la sua impronta e il suo gusto si vedono un po’ ovunque. Lo schema non è originale, si tratta del rapporto fra un padre (insegnante di liceo, appunto Fabio Volo) vedovo e una figlia quindicenne (Ginevra Francesconi) che nonostante un’educazione classica e buone letture sogna di diventare influencer e di emulare il suo mito, Ele-O-Nora, interpretata da una ottima Giulia De Lellis che influencer di successo lo è davvero.

In mezzo a personaggi centrati, come tutti gli adolescenti, ed altri macchiette da fiction di Rai Uno (i vicini di casa, Frassica in testa), il film parla del rapporto della generazione Z con i social network, filtro principale della conoscenza, e dell’impossibilità per chi è più vecchio di comprendere fino in fondo il meccanismo psicologico che c’è dietro a un like o a un hashtag. Certo un adulto, come per puro caso fa Fabio Volo-Professor Martinelli quando si mette in contrapposizione con la De Lellis, può anche sfruttare a proprio vantaggio la situazione guadagnandoci soldi, ma non comprenderà mai fino in fondo quanto la vita digitale conti per un ragazzo di oggi nella costruzione della propria identità.

Volo e la Andreozzi giocano su questo doppio binario, la marchetta e la vita, e ci riescono bene anche se, azzardiamo, il film non riceverà David di Donatello. Tremendi alcuni dialoghi ma molto divertente la parte sugli hater, che si scatenano dopo il video di Volo in un supermercato che fa stizzire una cassiera, e trattati con buona mano pop anche temi come la fluidità sessuale. Nel 2121 un film leggero e carino, senza gridare al miracolo, per chi vorrà capire l’Italia di un secolo prima, nel 2021 un altro successo di Fabio Volo. Un artista connesso con il presente, forse addirittura un influencer.

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