Cinema

Gabriele o Silvio Muccino?

Stefano Olivari 04/04/2016

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Nonostante in tanti asseriscano di non guardarla, la RAI ha ancora qualche ragione d’essere: postificio per giornalisti e funzionari che nel mondo reale sarebbero disoccupati, bancomat per pseudointellettuali che pretendono di fare trasmissioni sottratte al giudizio del mercato, soprattutto rassicurante contenitore di luoghi comuni per un’Italia tutto sommato ancora maggioritaria. Un’Italia che vota (purtroppo). Uno dei suoi punti di non ritorno sarebbe stato, secondo alcuni, stato toccato ieri pomeriggio, quando durante l’Arena (uno degli spezzoni in cui è lottizzata la domenica pomeriggio di Rai Uno) Massimo Giletti ha intervistato Silvio Muccino riguardo alle questioni familiari che lo dividono da anni dal fratello Gabriele e dai genitori. Il cinema e il frequentare lo stesso mondo c’entrano solo in parte, i dettagli sono stati pesanti (dalla violenza domestica alla falsa testimonianza resa in tribunale), ma alla fine il pubblico un’opinione se la sarà formata. Alla fine si fa per dire, perché Giletti ha fatto capire che ci potranno essere altre puntate con altri membri della famiglia (Gabriele?), creando così una saga in maniera non dissimile da quanto ha fatto e fa Barbara D’Urso, quella che che secondo l’Ordine dei giornalisti non potrebbe fare domande agli ospiti. Di culto, nella trasmissione della D’Urso, le vicende dei figli di Claudio Villa. La costante di queste sceneggiature è che si tende a dare ragione all’ultimo che parla, in ogni caso a chi meglio si atteggia a vittima, con il giudizio finale già contenuto nel pregiudizio e nel solito discorso sugli archetipi. Semplificando al massimo: il fratello maggiore di successo professionale ‘medio’ o quello minore inquieto e ancora alla ricerca della sua strada? Gabriele o Silvio Muccino? Non dite che è un ‘Di qua o di là’ trash, perché è come se steste insultando la RAI, il servizio pubblico. Fareste la figura degli editorialisti del genere ‘signora mia, che tempi… che volgarità’ che invece dormono quando i telegiornali nascondono le notizie o, peggio ancora, le porgono in maniera vomitevole. Con il garantismo che scompare per muratori di Bergamo o infermiere di Piombino.

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