Cinema

F1 – Il film

Stefano Olivari 08/07/2025

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Il nero buono, il bianco vecchio, la donna STEM, le multinazionali cattive: nel 2025 anche i film di genere devono pagare certe tasse, come quelli d’autore. In F1 – Il film mancava giusto l’oligarca russo, ma questo non toglie che l’opera di Joseph Kosinski ci abbia fatto passare due ore e mezzo bellissime nel nostro Gloria, a tifare per Brad Pitt-Sonny Hayes e a godere per la spettacolarità di scene di automobilismo in stile Drive to survive ma con quella libertà creativa che solo la fiction può dare.

Non c’è bisogno di essere una donna etero per ammirare Brad Pitt, sessantunenne che fa impressione anche paragonato ad altri divi di Hollywood e non soltanto ai suoi coetanei in coda all’Auxologico o al CD (peraltro noi lì abbiamo incrociato anche Maldini e Bergomi, non solo gli orridi vecchi della nostra periferia, con gilet da pescatore e pinocchietti) con il contenitore delle urine in mano.

Lo schema non è originale ma è irresistibile: la grande occasione, in questo caso una macchina di Formula 1, che capita una seconda volta nella vita. Schema che va di pari passo con quello del grande cinema americano: l’eroe solitario, perdente anche quando è vincente, che sfrutta il sistema solo per quello che gli serve ma senza crederci. Brad Pitt come Robert Redford, anche Redford non sarebbe mai stato scelto per una megaproduzione come F1, costato 300 milioni di dollari (ma senza contributi della Regione Lazio) e uno sforzo produttivo enorme, visto che tante scene sono state girate a margine di corse vere e con piloti veri, da Verstappen a Hamilton, fra l’altro co-produttore e con un ruolo decisivo (non spoileriamo oltre)) nel gran premio finale.

In pieno entusiasmo da reunion degli Oasis una strizzata d’occhio agli anni Novanta, con Sonny che dice di aver corso con Senna e Schumacher, e con una certa retorica sull’essere ‘veri’, come sei ai tempi non si fosse usata il massimo della tecnologia possibile. Belle le citazioni di Rocky, con l’allenamento ipertecnico di Joshua Pearce-Damson Idris e quello vintage di Sonny, credibile la co-protagonista Kerry Condon e un po’ meno come proprietario della scuderia un imbolsito (con 5 anni meno di Pitt) Javier Bardem. In estrema sintesi, F1 imperdibile sia per noi popolo di Fast & Furious sia per un tiepido appassionato di Formula 1. Poi è chiaro che anche una sola delle tattiche di Sonny gli avrebbe portato una squalifica imemdiata nella F1 reale, ma a nessuno importa.

stefano@indiscreto.net

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