Attualità

Elon Musk o Stephen King?

Indiscreto 03/11/2022

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A proposito del Twitter a pagamento, chi ha ragione fra Elon Musk e Stephen King? O se preferiamo: pagheremmo, ed eventualmente quanto, per avere un account Twitter verificato? Quello con la spunta blu, per intendersi. La storia è nota: Musk ha appena comprato Twitter pagando 44 miliardi di dollari e lo vuole rifondare, prima di tutto rendendolo meno dipendente dalla pubblicità. Questo significa chiedere soldi agli utenti che hanno o ambiscono ad avere il blue tick, sorta di certificato di autenticità con cui Twitter ufficializza che quello Stephen King è davvero Stephen King, ma anche che quel Mario Rossi è davvero Mario Rossi.

Inizialmente Musk voleva far pagare 20 dollari al mese il servizio di verifica e le altre funzioni, attuali e future, di Twitter Blue, poi annusando l’aria proprio rispondendo ad un tweet di King si è posizionato su 8 dollari al mese. Per un servizio che dovrebbe interessare la miriade di aziende, di professionisti e di personaggi locali e mondiali che in qualche modo vogliono un marchio di credibilità, anche per smarcarsi da omonimie ed account para-ufficiali.

Quanti account verificati ha Twitter? Attualmente sono circa 420.000, se tutti pagassero gli 8 euro l’incasso sarebbe di poco superiore ai 40 milioni l’anno, meno di un centesimo del fatturato attuale che Musk già ritiene insoddisfacente, in ogni caso niente che sposti le sorti dell’azienda. Gli iscritti a Twitter secondo le stime più credibili sono 329 milioni, di cui 247 attivi quotidianamente almeno in lettura. Per raggiungere il fatturato attuale dovrebbero diventare ‘blu’ almeno in 52 milioni. Ma è inutile fare previsioni su un social network che nei prossimi mesi cambierà molto.

Interessante è la questione posta da Stephen King, che ha 6,9 milioni di follower (Musk ne ha più di 110 milioni), secondo cui il punto non è la differenza fra il gratis (o finto gratis) tipico del web e il pagare, ma fra il venire o meno retribuiti per i contenuti prodotti. E questo vale sia per il grande scrittore sia per il ragazzo con 30 follower che posta commenti sulla Bundesliga o sulla Serie A poco allenante. Tutti insieme, facendo massa, contribuiamo al successo dei social network. Che però non ci impongono l’iscrizione e in qualche caso (Twitter è uno di questi) nemmeno la chiedono ai semplici lurker. Musk o King?

 

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