Attualità

Dolore e spazio di casta

Stefano Olivari 24/10/2022

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In tanti hanno letto, sul Corriere della Sera e su altri giornali, della morte di Francesco Valdiserri, il ragazzo di 19 anni ucciso da una 23enne alla guida di un’auto che in una via di Roma è uscita di strada andandogli addosso mentre era sul marciapiede con gli amici. La guidatrice è risultata positiva all’alcol test ed in passato le era stata ritirata la patente proprio per questo motivo, inoltre stava andando a 70 chilometri all’ora in un tratto di strada in cui il limite è 30: insomma, purtroppo è morto un innocente con tutta la vita davanti e non questa idiota recidiva. Niente ha senso.

Chi non ha letto della vicenda e ha seguito Roma-Napoli avrà visto che Valdiserri, tifoso della Roma, è stato ricordato dalla curva giallorossa ed anche in via ufficiale, con la sua foto apparsa sul maxischermo: applausi di quasi tutto lo stadio, fischi di qualche intelligente tifoso napoletano. Ma in generale lo spazio mediatico dato alla sua storia è stato enorme, quasi imbarazzante se rapportato alle altre vittime della strada: nel 2021 secondo l’Istat in Italia sono stati 2.875 i morti, da aggiungersi ai 204.728 feriti, numeri da guerra e fra questi impressionano i 417 morti fra i soli pedoni.

Ecco, dopo aver visto ai funerali la Meloni (subito dopo il giuramento), La Russa, Letta e altri politici la considerazione cattiva, o se vogliamo la cattiva considerazione, è che nessuna delle altre migliaia di vittime fosse figlia di due giornalisti del Corriere della Sera, genitori schiantati dal dolore come i genitori delle altre. Si è insomma avvertito un cattivo sapore di casta in questo ricordo, con l’autogiustificazione di farlo per sensibilizzare. Ma al di là del caso specifico, uno che si mette a guidare ubriaco o drogato può essere sensibilizzato da un servizio del Tg1 o dagli applausi dell’Olimpico?

Detto questo, ci hanno colpito moltissimo le parole dei genitori, Luca Valdiserri e Paola Di Caro, piene di amore per il loro ragazzo e basta, in un momento come questo in cui niente sembra avere senso. Ma potremmo citare tanti casi analoghi di genitori lontani dal mondo dei media, che hanno perdonato, o meglio, non hanno espresso propositi di vendetta (che onestamente sarebbe la nostra reazione naturale) nei confronti degli assassini. Padri e madri a volte da noi conosciuti, padri e madri che dopo anni continuano a mettere un mazzetto di fiori sotto un lurido lampione.

Visto che abbiamo citato Meloni e La Russa, diciamo che anche la destra da molti anni si è piegata al pensiero unico che le pene non vadano inasprite, del recupero, del nessuno tocchi Caino e cose simili. Passi per Forza Italia, che fra le sue ragioni d’essere ha quella di rendere impunibili ed impuniti i reati dei colletti bianchi, con i benefici che a cascata riguardano anche altri reati, ma Fratelli d’Italia? E la Lega? La loro ricerca di accettazione da parte del mondo culturale, di cui i giornalisti  (curiosamente sia la Meloni sia Salvini sono giornalisti professionisti) pretendono di far parte, arriva al punto di metterli contro la loro base elettorale. Ma cosa c’è da recuperare, una che scontata la lieve pena riavrà la patente con licenza di uccidere?

stefano@indiscreto.net

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