Economia

BTP Futura da non comprare

Stefano Olivari 09/11/2021

article-post

I nuovi BTP Futura sono da comprare? Spoiler: no. Ma continuiamo lo stesso con il post, onestamente simile a quelli scritti in passato: del resto non è che la matematica, né il debito pubblico italiano, siano nel frattempo cambiati di molto. Da oggi fino a venerdì 12 novembre il quarto BTP Futura della storia, con scadenza 2033, sarà in collocamento e molte persone che non sanno dove collocare i propri soldi si chiedono, e  volte scelleratamente ci chiedono. se sia il caso di parcheggiarli, perché di questo si tratta, in un prodotto simile.

Come i suoi predecessori il nuovo BTP Futura ha una cedola, cioè un interesse, che cresce nel corso degli anni. I valori minimi garantiti, secondo quanto comunicato dal Tesoro, saranno all’inizio dello 0,75% annuo lordo, dal quinto all’ottavo anno dell’1,25% sempre lordo e dal nono alla fine dell’1,7%. A queste cedole saranno da aggiungere due premi fedeltà legati all’andamento del PIL, a chi sottoscriverà i nuovi BTP Futura in emissione, senza comprarli sul mercato secondario da settimana prossima in poi. Il primo premio fedeltà sarà dallo 0,4% all’1,2% lordo (si calcola sulla crescita media del PIL nominale, presa al 40%) e sarà pagato al termine dell’ottavo anno. Il secondo sarà pagato a scadenza, ha sua volta due componenti, non abbiamo fatto i calcoli ma abbiamo letto che potrebbe arrivare al 4,8%.

Nell’ipotesi più ottimistica il BTP Futura renderà quindi l’1,68% lordo annuo, che tassato al 12,5% come per tutti i titoli di Stato vuol dire l’1,47% netto. Leggerissimamente di più di quanto rendano titoli di stato italiani analoghi comprati in questo momento, nell’ordine dello 0,5%. Quindi conviene? No, perché si presuppone di tenere il titolo per un periodo lunghissimo e che presumibilmente vedrà alzarsi i tassi. Ma anche se dovessero rimanere quelli di oggi, i tassi, perché rimanere inchiodati ad un titolo per mezzo punto in più? Insomma, il BTP Futura è da prendere soltanto se siamo sostenitori di Draghi al punto di andare contro la nostra convenienza.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    I camerieri di Elkann

    La recente notizia della vendita di Iveco agli indiani di Tata, un’operazione che segna un ulteriore ridimensionamento dell’industria italiana, ha avuto in generale commenti soft e non soltanto dai media controllati dagli Elkann-Agnelli. Una delle poche voci fuori dal coro è stata quella di Giorgio Garuzzo, uno dei massimi dirigenti della FIAT fra il 1976 e […]

  • preview

    Gli Agnelli-Elkann vendono Iveco

    In un’operazione di portata storica, il gruppo Exor, guidato dalla famiglia Agnelli-Elkann, ha finalizzato la vendita di Iveco. Tata Motors, colosso indiano dell’automotive, ha acquisito Iveco (esclusa la divisione Difesa) per 3,8 miliardi di euro, in quella che si configura come la seconda maggiore acquisizione nella storia del gruppo, dopo l’operazione Corus del 2007. Parallelamente, […]

  • preview

    Il crollo di Novo Nordisk

    Copenaghen, 29 luglio 2025 – Novo Nordisk, il colosso farmaceutico danese leader nel mercato dei farmaci GLP-1 per il diabete e l’obesità, ha scosso il mercato con l’annuncio di dati preliminari per la trimestrale del secondo trimestre 2025 e un drastico taglio delle previsioni di crescita per l’intero anno. La società, nota per i suoi […]