Berrettini da Wimbledon

13 Giugno 2022 di Stefano Olivari

Matteo Berrettini vincerà Wimbledon 2022? Uno scenario che ha cittadinanza, e non soltanto perché è stato finalista l’anno scorso, battuto da Djokovic, perché ieri ha vinto a Stoccarda contro un Murray semi-eroico e perché in carriera sull’erba ha un record di 25 vittorie e 6 sconfitte: numeri enormi per tutti, per un italiano ancora di più. A questi Berrettini aggiunge colpi da erba perfetti, come la risposta bloccata e il passante lungolinea, molto al di là del servizio che a questo livello hanno in tanti. William Hill, mentre stiamo scrivendo queste righe, mette Berrettini (quotato a 7,00) dietro a Djokovic (1,83) e Alcaraz (6,00), ma davanti a Nadal (7,50), Tsitsipas e Shapovalov (entrambi a 13,00). I due mostri in declino solo nelle speranze degli avversari, Alcaraz e Berrettini: non si esce da questi quattro. Già adesso Berrettini migliore italiano di sempre sull’erba, davanti anche a Pietrangeli, e terzo migliore di sempre, anche se si ritirasse fra un minuto. Però non è personaggio, per motivi misteriosi lo è di più Sinner.

Andrea Gaudenzi ha ufficializzato qualche giorno fa il nuovo assetto del circuito ATP. In estrema sintesi: dal 2023 tabellone a 96 giocatori, con 12 giorni di partite, per Madrid, Roma e Shangai, oltre che per Indian Wells e Miami, con il salto rimandato al 2025 per Open del Canada e Cincinnati. Nella sostanza dal 2026 gli unici Masters 1000 a rimanere di una settimana saranno Monte Carlo e Parigi Bercy. Se anche la WTA prenderà questa strada, nel giro di pochi anni si andrà verso un calendario di 4 Slam, 7 Mini-Slam, nemmeno tanto mini perché di fatto occuperanno due settimane, e 2 grandi tornei di una settimana. Metà dell’anno fagocitata dall’attività di vertice, con evidente insensatezza di tenere in piedi tornei medi. Meglio un 250 o addirittura un challenger dando soldi sottobanco alla stella locale.

Federer ha dato appuntamento al 2023, quando avrà 42 anni, visto che in questa stagione ha annunciato la sua presenza soltanto in due situazioni per lui di casa: Laver Cup e Basilea. Insomma, nessun ritiro e al di là dell’ossessione dei media per i ritiri da vincenti non si capisce perché lo svizzero dovrebbe ritirarsi, visto che riconvertendosi come doppista potrebbe da sano giocare fino a 50 anni.

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