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Aspettando Sanremo: 1983 spericolato

Alvaro Delmo 06/02/2013

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Sanremo, Sanremo, Sanremo… siamo ormai quasi giunti alla 63a edizione che si svolgerà settimana prossima dal 12 al 16 febbraio sotto la guida di Fabio Fazio. E come ogni anno sarà oggetto di attenzione di chi lo guarderà e non lo guarderà, perché poi del Festival della Canzone Italiana tutti ne parlano comunque. Per prepararci al meglio rivisitiamo in questi giorni alcune edizioni storiche e in particolare quelle di qualche decennio fa. Storiche per varie ragioni a cominciare da quella del 1983 oggetto del nostro intervento odierno. Edizione vinta da Sarà quel che sarà (Tiziana Rivale) davanti a Volevo dirti (Donatella Milani) e Margherita non lo sa (Dori Ghezzi). Un podio a sorpresa in una gara in cui anche la nuove proposte potevano ambire al premio finale.

Diversi gli spunti interessanti di un Festival condotto da Andrea Giordana insieme alle tre ragazze di Discoring, ossia Emanuela Falcetti, Anna Pettinelli e Isabel Russinova, su un palco colorato, luccicante e con le mitiche scale degli anni ’80. Interessanti perché in quella edizione furono presentati diversi brani poi diventati dei classici a cominciare da L’Italiano di Toto Cutugno (quinto, ma primo per i voti Totip), canzone che come raccontò lui stesso, in un’intervista rilasciata a Maurizio Becker nel 201o sulla rivista Musica Leggera, fu in realtà prima presentata ad Adriano Celentano che però la rifiutò. Insomma alla fine fu lo stesso autore (il testo è di Cristiano Minellono) a portare a Sanremo quello che sarebbe poi diventato un inno della musica popolare italiana nel mondo.

Altra proposta importante di quel Festival fu Vacanze Romane dei Matia Bazar (quarti), che segnò la svolta definitiva del gruppo genovese verso una ricetta electro pop che generò la pubblicazione di un album imprescindibile come Tango. Quello portato all’Ariston si rivelò di fatto un brano capace di mettere d’accordo più generazioni per lo stile (e il look) retrò della melodia sposata con un arrangiamento altamente sintetico, senza dimenticare i ricami decisivi della voce di Antonella Ruggiero.

E ancora nel 1983 ci fu la definitiva consacrazione di Vasco Rossi con Vita Spericolata, tramutatasi in un inno generazionale e preludio al botto estivo dell’album Bollicine, il sesto di una carriera per un personaggio capace ancor oggi di muovere enormi masse a ogni sua uscita. Allo stesso tempo c’era in quel Sanremo anche Zucchero Fornaciari, di cui all’epoca si parlò soprattutto come autore (cinque le canzoni da lui firmate) che per il motivo in gara: Nuvola. La svolta verso il grande successo, insomma, doveva ancora arrivare.

Da inserire di diritto nella lista anche 1950 di Amedeo Minghi (escluso dalla finale), ambientata nel dopoguerra romano, così come Oramai di Fiordaliso che si classificò invece al sesto posto. Bella canzone con interpretazione ‘nera’ per la giovane piacentina. Molte infine le curiosità di quell’anno. Ne citiamo solo un paio per non dilungarci troppo: la partecipazione dello spagnolo Bertine Osborne (Eterna Malattia) e della giovanissima e spigliata Giorgia Fiorio (figlia di Cesare) che qualche anno dopo appese il microfono al chiodo per diventare una quotata fotografa.

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