Cinema

Arma letale, impossibile evitarlo

Stefano Olivari 05/01/2023

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Qual è il segreto dei film d’azione degli anni Ottanta e Novanta? Ce lo chiedevamo qualche sera fa, riguardando per l’ennesima volta Arma letale. Un celeberrimo e brutto film, brutto anche nel suo genere, ma da cui è impossibile staccarsi: e così fino alla fine abbiamo seguito l’insulsa indagine su reduci del Vietnam trasformatisi in trafficanti di droga, senza avere alcuna simpatia per Mel Gibson e soltanto un po’ di più per Danny Glover. Insomma, azione pura con protagonista una coppia poliziotti di Los Angeles, un bianco fuori di testa ed un nero posato: non proprio il massimo dell’originalità. Eppure…

Eppure Arma letale, da noi visto per la prima volta nel 1987 al cinema Corso di Corso Vittorio Emanuele (chiuso nel 2001 per far posto alle solite catene che non ti fanno capire se sei a Bratislava o a Siviglia, adesso c’è Bershka), ha alcune caratteristiche che ancora ci colpiscono. La prima è che a metà anni Ottanta uomini ancora nel pieno delle forze potessero in teoria essere reduci del Vietnam. Del resto la caduta di Saigon è del 1975, anche se già da tre anni Nixon e Kissinger avevano ridotto di moltissimo il numero di soldati statunitensi nel Vietnam del Sud. Ci fa la stessa impressione che avere genitori, come i nostri, che ben ricordano (ricordavano, purtroppo) l’occupazione tedesca, o nonni che festeggiarono la fine della prima Guerra Mondiale.

Un’altra caratteristica di Arma Letale che ci prende ancora tantissimo è l’energia, a dispetto dei vuoti di sceneggiatura. Inseguimenti, sparatorie in mezzo alla folla, torture, ammazzamenti vari, e pochi minuti dopo tutti a cena nella villetta, con famiglia al completo. Ingredienti anche di altri film d’azione, ma qui portati ad un livello di assurdità tale da essere ipnotico. Una magia parzialmente presente anche nei tre seguiti, sempre con le musiche firmate fra gli altri da Eric Clapton, ma non nella meglio costruita serie televisiva. Impossibile sfuggire alla visione ‘in diretta’ di Arma letale, con tanto di pubblicità (su Iris ci sono blocchi da 8 minuti…), quando lo si incrocia. Gli istinti primordiali dell’uomo? Il calcio che ormai è finito? Un’epoca in cui i film erano rivolti ai giovani e non ai bambini? Forse la terza.

stefano@indiscreto.net 

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