Alla ricerca del Vasco perduto
Alberto Fortis prometteva di più (‘Alla ricerca del Vasco perduto’ anche in versione eBook)
Glezos 17/06/2014
Agli inizi la strada di Vasco si incrocerà spesso con quella di Alberto Fortis. Di buona famiglia, dopo avere abbandonato gli studi in medicina all’università di Genova nel 1976 Fortis parte all’assalto della discografia. Si trasferisce nella capitale imbattendosi in Vincenzo Micocci, che all’epoca è il responsabile della It Records, etichetta-talent scout che ha già scovato gli esordienti De Gregori-Venditti nel progetto Theorius Campus (1972) e il Rino Gaetano dei primi due album (‘Ingresso libero’, 1974; ‘Mio fratello è figlio unico’, 1976). Una lunga anticamera e promesse su promesse evidentemente non mantenute dal discografico causano la fuga di Fortis a Milano e gli sfoghi astiosi di ‘Milano e Vincenzo’ – dedicata ovviamente all’ex mentore Micocci – e ‘A Voi Romani’, che causeranno una querelle infinita sull’asse Milano-Roma e che saranno il fulcro del suo primo album prodotto dal paroliere Alberto Salerno (marito di Mara Maionchi e figlio di Nicola Salerno, quest’ultimo con lo pseudonimo ‘Nisa’ uno dei numi tutelari dell’autorato pop italiano da fine anni Trenta a tutti gli anni Sessanta). L’album d’esordio (‘Alberto Fortis’, 1979), realizzato con tutta la Premiata Forneria Marconi al suo servizio, contiene brani salutati come classici istantanei (‘Il Duomo Di Notte’, ‘La Sedia Di Lillà’), che fanno di Alberto Fortis una star già al primo album. Ma il meglio sembra dovere ancora arrivare. Se un secondo disco come il tortuoso concept album ‘Tra demonio e santità’ (1980) non suscita lo stesso clamore dell’esordio, i successivi due (‘La grande grotta’, 1981; ‘Fragole infinite’, 1982) producono rispettivamente hit come ‘Settembre’, uno dei veri tormentoni dell’epoca, e ‘Neve’ (in duetto con l’ex fidanzata Rossana Casale). È un’incoronazione momentanea: dal successivo ‘El Niño’(1984) inizierà un declino sorprendente e in un certo senso imprevedibile, che porterà Alberto Fortis a tentare più volte un comeback elusivo. La ricerca continua ancora oggi.
Le analogie con gli esordi discografici di Vasco – e in parte le sue sorti – si moltiplicano nel caso di Gianna Nannini, ex cantante nei Flora Fauna Cemento nel 1974 (quelli di Mario Lavezzi e dell’assurdo 45 ‘Mondo Blu’, futuro monumento trash). Gianna esce con il primo LP omonimo due anni dopo, firmando musiche e testi dalla forte impronta femminista lontani anni luce da atmosfere e tematiche rock. Rilancia nel 1977 con ‘Una Radura…’, album crepuscolare fin dalla copertina, che se ne resta a distanza di sicurezza da un qualsivoglia idioma rockeggiante, al quale un buon lancio pubblicitario e collaborazioni eccellenti (PFM, anche qui) non aggiungono granché. Analogamente a Vasco, l’illuminazione arriverà al terzo album (‘America’, 1979), con in copertina quel vibratore a stelle e strisce nella mano di una perplessa Statua della libertà a dichiarare guerra in nome della via italiana al rock.
Ma un rock italiano è cosa fattibile? La scena nazionale è sempre stata un continuo susseguirsi di modelli stranieri imitati alla buona: il rock’n’roll americano negli anni Cinquanta, poi le versioni nostrane del cantautorato francese nei Sessanta, quindi la versione dei gruppi italiani del beat inglese prima e del progressive poi – sempre anglosassone, quest’ultimo imitato un po’ meglio -, parallelamente ai nuovi cantautori d’ispirazione angloamericana negli anni Settanta. Siamo melodia sanremese e qualche lampo di etnia, a volte d’eccezione: il successo della Nuova Compagnia Di Canto Popolare di Eugenio Bennato, Beppe Barra e Patrizio Trampetti a metà anni Settanta afferma l’unica realtà davvero italiana in tutto e per tutto. Ma Vasco ha in mente un’altra cosa.
Estratto del libro ‘Alla ricerca del Vasco Perduto – Creazione di una rockstar italiana‘, di Glezos. Indiscreto Editore, 2013. 320 pagine, 15 euro. In vendita su Amazon.it e in libreria (Hoepli, Feltrinelli e moltissime indipendenti). Il libro è disponibile anche in versione eBook a 6,99 euro, per Kindle di Amazon e per tutti i tipi di eReader attraverso BookRepublic, oltre che per iPad e iPhone andando su iTunes.