Calcio

Zoff 40 anni dopo Oscar

Stefano Olivari 28/02/2022

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Cosa davvero penserà Dino Zoff dell’overdose di celebrazioni per i suoi 80 anni, compiuti oggi? Lo sappiamo perché lo ha scritto o fatto scrivere nel suo Dura solo un attimo, la gloria, secondo noi la migliore fra le autobiografie degli eroi del Mondiale 1982. Dove viene ricordata il giusto anche la sua parata più famosa, quella su Oscar nel finale di Italia-Brasile.

Con Nando Martellini che sul momento attribuì il colpo di testa a Paulo Isidoro e dopo, con il conforto del replay, a Leandro. Su alcuni giornali, quindi senza nemmeno l’attenuante della diretta, si sarebbe attribuito il colpo di testa a Toninho Cerezo. Gran professionista, come Luca Covelli-Marco Urbinati ci ricorderà per sempre, ma anche colpevole del 3-2 azzurro visto che da un suo disimpegno sbagliato vicino alla porta di Valdir Peres (e non certo dal mitologico “Brasile che si era buttato in avanti cercando la vittoria“) nacque il calcio d’angolo del terzo gol di Paolo Rossi.

A proposito di Cerezo, da notare con attenzione come blocchi Gentile, schema concordato con Oscar, per permettere al compagno di saltare indisturbato e schiacciare in gol la perfetta punizione di Eder. Non è strampalato pensare che nell’era del VAR un gol segnato così sarebbe a rischio di annullamento, a seconda di chi tira i fili: da ricordare che gli arbitri erano governati da Franchi.

Una parata da Zoff, diversamente da molti portieri (anche grandi) attento valutatore di pro e contro: perché bloccare un pallone sulla linea di porta è un rischio, ma respingerlo senza avere la certezza che vada in calcio d’angolo o molto verso l’esterno è peggio. Poi la magia è magia e ci sono momenti in cui tutti ricordano dove si trovassero. Le 19 di lunedì 5 luglio 1982 sono uno di questi.

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