Attualità

Zangrillo contro il terrore

Indiscreto 01/06/2020

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“Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più”. Le parole di Alberto Zangrillo, intervistato da Lucia Annunziata, hanno scatenato reazioni a dir poco furiose fra i medici ma anche perplessità nei loro potenziali pazienti. Il nervo toccato dal responsabile della terapia intensiva del San Raffaele, quando dice “Qualcuno terrorizza il paese”, è scoperto, scopertissimo, ed il COVID-19 c’entra soltanto in parte. Perché?

Intanto perché Zangrillo è un medico famoso e tutt’altro che un negazionista (chi dissente dal mainstream viene definito così) del virus, anzi. In secondo luogo perché la sua visione della medicina è ovviamente clinica, non statistica né tantomeno predittiva: se dai tamponi risulta una carica virale inferiore a quella di due mesi fa Zangrillo prende nota. Inoltre, ed è questo il punto, quello di Zangrillo è il segnale che il quarto d’ora di celebrità dei virologi, purtroppo allungatosi a quattro mesi, è finito.

Il meccanico diventa una figura importante solo quando hai l’auto rotta. Il commercialista diventa una figura importante solo quando devi fare la dichiarazione dei redditi. Il sergente è una figura importante solo quando sei in caserma sotto di lui. E potremmo continuare fino a toccare le professioni di tutti noi. Finito il momento in cui serviamo a qualcuno torniamo ad essere nessuno e questo vale anche per i medici. C’è chi lo accetta laicamente, la maggior parte dei medici è così, e chi invece si sente una specie di sacerdote di questa religione del dolore perenne, fatta di visite di controllo, TAC, urinoculture, holter, eccetera.

Nel caso della medicina c’è però un coinvolgimento del potenziale paziente un po’ diverso rispetto al meccanico, perché al di là degli ultimi mesi molte persone cercano nel medico una risposta all’orrore della vita e quando sono fuori da una routine medica, per malattie anche serie, si trovano spaesate. Una specie di sindrome di Stoccolma, la gente magari sarà liberata (ed il riscatto è stato pesantissimo, più del 10% del PIL) ma nel dubbio si convertirà ad un metaforico Islam. Ci libereremo prima del virus che dei virologi.

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