Wham! Cinquantenni mai

13 Luglio 2023 di Stefano Olivari

Gli Wham! non sono stati soltanto George Michael e Wham!, il film-documentario di Chris Smith da poco disponibile su Netflix, ha il merito di ricordarlo. Ovviamente tutti noi adolescenti degli anni Ottanta sapevamo che ‘l’altro’ degli Wham! era Andrew Ridgeley, sorta di Mauro Repetto ante litteram, ma né al tempo né più tardi avevamo compreso la sua importanza. Come co-autore dei grandi successi degli inizi, da Wham Rap! (Enjoy what to do) a Careless Whisper passando per Club Tropicana, ma anche come trascinatore-motivatore del più dotato e più timido amico fino al successo mondiale ed alla separazione avvenuta del 1986.

Partiamo proprio dalla fine, dal concerto di addio del 28 giugno di 37 anni fa, a Wembley, che coincise con l’uscita della loro compilation definitiva, The Final. Un concerto che chiuse 5 anni vissuti al massimo, da icone pop consapevoli e orgogliose di fare pop, senza sovrastrutture ideologiche di alcun tipo: certo gli Wham! hanno sintetizzato come pochi gli anni Ottanta (nel video di Last Christmas c’è tutto, senza bisogno di spiegazioni) ma non sono stati il simbolo di qualcosa se non di una eterna giovinezza.

Il fatto che i due amici di infanzia si siano separati (ma solo come Wham!) a 23 anni li ha resi immortali e più concretamente, come nel documentario osserva Andrew, ha impedito loro di trasformarsi in cinquantenni sul palco. Quei cinquantenni che ansimano, più che cantare, per revival o, peggio ancora, per proporre canzoni nuove che non gli escono più con la magia di quelle vecchie. Certo Andrew la separazione l’ha subita, ma l’ha anche capita (alla base c’era l’essere gay di George, che gli rendeva insopportabile la finzione) e presa nel modo giusto dedicandosi alle sue ambizioni nelle corse automobilistiche e nel cinema. Senza risultati apprezzabili, ma cosa gliene può fregare a uno che a 23 anni aveva in mano il mondo?

Sì, perché gli Wham! in quei pochissimi anni oltre all’Europa hanno conquistato gli Stati Uniti, cosa difficilissima anche per gli inglesi (che quando falliscono non hanno nemmeno l’alibi della lingua), e sono stati la prima band occidentale ad esibirsi in Cina: era la Cina di Deng, già sulla via del capitalismo di stato ma di cui nessuno sapeva qualcosa. Sempre al posto giusto al momento giusto, da Do they know it’s Christmas al Live Aid, sempre amici al di là dell’enorme successo che George Michael avrebbe avuto da solista prima della sua morte nel 2016.

Una buona trovata quella di alternare le voci d’epoca di George e quella odierna di Andrew, soprattutto quando spiegano lo stesso fatto in maniera diversa. Buonissima l’idea di fare pochi accenni al dopo. Perché un dopo ci sarebbe stato per tutti, anche per le loro vocalist Pepsi & Shirlie (Shirlie davvero fondamentale negli inizi degli Wham!, ex fidanzata di Andrew che poi avrebbe sposato Martin Kemp degli Spandau Ballet) che a loro volta poi formarono un duo di successo. Commoventi gli Wham!. E formidabili quegli anni, forse non quella musica ma quegli anni sì.

stefano@indiscreto.net

 

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