Tennis
Volandri come Van Gaal
Stefano Olivari 07/03/2022

Filippo Volandri ha sbagliato nel far giocare a Musetti la partita decisiva della sfida di Davis contro la Slovacchia, anche se i risultati gli hanno dato ragione, tipo Van Gaal quando prima dei calci di rigore sostituì Cillessen con Krul. Nel senso che Musetti ha battuto Gombos al terzo set (nella Davis di oggi si gioca al meglio dei tre), confermando gli ottimi segnali di inizio stagione come la vittoria su Hurkacz a Rotterdam, ma lo ha fatto al posto di un Sonego escluso per scelta tecnica e psicologica dopo il disastro nella prima giornata contro Horansky. Ecco, Sonego ha dimostrato di patire la Davis (basti pensare alla partita di qualche mese fa contro Gojo…), ma non schierare il numero 21 del mondo contro il numero 110 significa averlo perso per il futuro, forse per sempre. Certo, con Berrettini e Sinner l’Italia avrà come singolaristi due top ten e quindi chi se ne frega del terzo, ma non ci è sembrata lo stesso una grande scelta. Perché non è che Musetti desse più garanzie di Sonego, anzi, è stato soltanto un voler mostrare la mano dell’allenatore, una cosa da fenomeno. Poi questo gruppo di giocatori potrebbe vincere la Davis con a bordocampo chiunque e siamo convinti che ci riuscirà nel giro di un paio di anni.
A proposito di mano dell’allenatore, è di qualche giorno fa la notizia che Andy Murray tornerà ad essere guidato da Ivan Lendl, con l’obbiettivo di essere al massimo, il massimo consentito dal suo fisico attuale, per Wimbledon. Terzo capitolo della loro storia insieme, che tanti successi ha dato, cioè tutti quelli più importanti nella carriera dello scozzese. Lendl unico caso di un mito del tennis con la capacità e l’intelligenza per allenare, quando ne ha voglia. Poi le figurine o i consiglieri, come è Ivanisevic per Djokovic (anche se dopo il divorzio da Vajda magari il suo ruolo diventerà più operativo), non mancano.
Tutti danno per ritirato Federer, tranne Federer. Il fuoriclasse svizzero, che nel mondo dell’ultima impressione che conta è messo dagli ‘storici’ senza mai dubbi ormai dietro a Nadal e Djokovic, ha dichiarato di stare bene ma che come tennista il suo recupero non è troppo vicino. Insomma, il sogno di vederlo tornare a Wimbledon (ultima sua apparizione proprio lì, l’anno scorso contro Hurkacz) rimarrà un sogno, ma un finale di carriera in modalità semi-esibizione, magari da doppista fino alle Olimpiadi del 2024, non è fantatennis.