Calcio

Uno sport per americani

Stefano Olivari 20/04/2011

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di Stefano Olivari
Migliaia di articoli spocchiosi sul soccer che non interessa negli Usa, a causa di non meglio identificati problemi ‘culturali’ (troppo o troppo poco intelligenti?), si scontrano con la realtà, mettendo da parte i facili confronti storici con il montezemoliano Mondiale del ’90 giocato in stadi semivuoti e con le odierne esultanze italiane davanti a quattro gatti e due cartelloni di pizzerie.
L’amico Paolo ci ha segnalato un’interessante inchiesta di Italia Oggi sui progetti di sviluppo della Major League Soccer: perché se a livello di pratica (soprattutto femminile) sono ormai decenni che gli Stati Uniti sono ai vertici nel mondo, le logiche professionistiche sono pur sempre un’altra cosa. In pratica la MLS ha varato un piano di sviluppo commerciale che ha come obbiettivo quello di finanziarsi con il merchandising e gli incassi da stadio, prima ancora che con diritti televisivi che scontano la concorrenza locale delle altre quattro grandi leghe pro (poi su Espn, Fox e Abc il calcio lo si vede, ma il potere contrattuale sta da altre parti). La stagione calcistica americana si sovrappone quasi perfettamente a quella del baseball, ma i maggiorenti della MLS pensano che in 5-6 anni club come i Red Bull di New York e i Los Angeles Galaxy possano generare ricavi commerciali superiori ai 100 (cento) milioni di dollari annui. Avere un progetto non significa che si realizzi, ma è già qualcosa. In pratica la lega tratterrà (e già trattiene) il 40% dei ricavi commerciali delle singole realtà, utilizzandoli per la promozione, mentre come sponsor a livello di lega sono presenti tutti i nomi che vengono in mente a noi professionisti dell’anticamera e del ‘le faremo sapere’ (che ci godiamo dalla parte sbagliata della scrivania), dalla Adidas alla Microsoft. Il risultato di tutto questo investimento in promozione e formazione di giocatori americani (i Beckham sono solo marketing, peraltro il migliore possibile) ha fatto sì che dalle 10 franchigie del 1996, primo campionato della MLS, si passasse alle attuali 18 con 2 che entreranno l’anno prossimo (una squadra di Montreal e una riedizione dei mitici New York Cosmos che furono l’emblema della NASL, tuttora presente nel cartridge del funzionante Intellivision che conserviamo come una reliquia) e altre che premono. Il calcio ha una sua forza intrinseca, se poi trovi chi lo sa organizzare può fare in prospettiva paura (diciamo dare fastidio, che è meglio) anche a NBA e NFL. Sostenere che la vecchia Europa si deve preoccupare è disfattistico, ma di sicuro in pochissimi anni la MLS avrà il potenziale economico e tecnico almeno di una Eredivisie.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Guerin Sportivo)

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