Basket

Un altro anno da Lakers

Stefano Olivari 22/12/2020

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Come reggeremo 8 mesi a parlare dei record, non solo quelli di passi, di LeBron James? Questa notte parte la NBA con Brooklyn Nets-Golden State Warriors e Lakers-Clippers a Los Angeles, due partite piene di significati (L’esordio da allenatore di Steve Nash, il ritorno in campo di Durant e Curry, i Lakers con Marc Gasol…) e ovviamente a porte chiuse, una situazione che la NBA ha dimostrato di reggere bene nella bolla di Orlando e che reggerà bene avendo un po’ di respiro nel calendario (stagione regolare di 72 partite) e l’unico obbiettivo di finire almeno un giorno prima delle Olimpiadi di Tokyo, inizio (se inizieranno) il 23 luglio.

Detto che la NBA rimane uno dei pochi motivi per rimanere abbonati a Sky Sport e che non si sentiva la mancanza di innovazioni come i ‘Play-in’ (in pratica spareggi per due posti ai playoff, fra le quattro squadre dalla settima a alla decima di ogni conference), dopo una pausa più breve del previsto in omaggio alla presenza natalizia e movimenti abbastanza interessanti infliggiamo le nostre previsioni su un campionato che può non essere amato dai nostalgici e dai cultori del gioco, e noi facciamo parte di entrambe le categorie, ma che rimane un riferimento per tutto il mondo della pallacanestro ed un obbligo, spesso anche un piacere, guardare.

Non ci vuole troppa fantasia per mettere i Lakers campioni ancora come favoriti. A James e Davis hanno aggiunto Marc Gasol e la curiosità è vedere come il campione catalano, mai stato gregario nemmeno quando dicevano che non fosse da NBA, accetterà di toccare pochi palloni. Liberatisi della negatività di Rondo e Howard, i Lakers hanno ingaggiato Montrezl Harrell, cioè il sesto uomo dell’anno, e Dennis Schroder per rondeggiare giusto un po’. Fortissimi e costruiti bene, possono essere buttati giù solo da infortuni pesanti.

Come finalista dell’Est può uscire di tutto, molti power ranking danno i Bucks per favoriti ed in effetti intorno al prolungato Antetokounmpo, assurdo MVP delle ultime due stagioni, hanno aggiunto un bel cast di mezze figure. Vale tutto, ma noi crediamo ad un anno da ‘Ora o mai più’ di Simmons ed Embiid con i Sixers. Doc Rivers in panchina è una garanzia di buona stampa ma anche di underachievement, però per come è costruita questa squadra basterebbero un paio di tiratori in più per volare. Il nostro sogno è che fra le varie pretendenti Harden scelga proprio Philadelphia: non vincerebbero mai, ma ci sarebbe da divertirsi.

Come valore assoluto dei singoli, le squadre che se la possono giocare con i Lakers, a Ovest o in una eventuale finale, sono davvero poche. I citati Bucks, i Nets del predestinato Pirlo-Nash, i Mavs di Doncic MVP preventivo, i Clippers che hanno perso qualche colpo (addio a Harrell e JaMychael Green, arrivo in panchina di Lue) e gli Warriors che anche senza Klay Thompson per tutto l’anno potrebbero far male, con tutta la curiosità tattica sull’impiego di Wiseman. E gli italiani? Gallinari farà bene negli Hawks rivoluzionati, squadra da primo turno dei playoff. Stesso livello, ma con molto più margine di crescita, per i New Orleans Pelicans dove Melli è intelligente gregario e lo rimarrà. Mannion potrebbe beneficiare, come minuti di esperienza, dell’anno di semi-transizione degli Warriors, mentre Arcidiacono avrà di sicuro più spazio nei Bulls in totale ricostruzione societaria e tecnica, che i playoff dovrebbero vederli con il binocolo.

 

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