Economia

Trenta e loden

Italo Muti 10/12/2011

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di Italo Muti
Come volevasi dimostrare il secondo governo Goldman, spacciandosi per tecnico di alto livello, con venature di trasparenza senza conflitti di interessi, sta eseguendo gli ordini di Frau Merkel, trovando la ricetta per uscire dalla crisi: alzare le tasse e le imposte. Dopo l’alto consulto del consiglio dei ministri, ed il fattivo aiuto dell’ungherese, si è arrivati a questa sapida conclusione dopo mille tormenti wertheriani. Rigore ed equità, che in sostanza vuol dire bastonate sul popolo bue e qualche buffetto per chi ha un reddito superiore alla media.
I concetti di rigore ed equità spingono in direzioni differenti, portarli sotto il medesimo soffio degli alisei è una fatica bestiale, quasi tantalica, ma le pseudo lobby democratiche vogliono vendetta per anni di purgatorio che ritengono ingiusto e immeritato. A questo si aggiunga il solito comportamento servile verso chi è più forte e maneggia il bastone senza tante perifrasi. Il problema è fare cassa subito, parlando di riforme che non verranno attuate puntando solo sull’attualità, senza progettazione sul medio periodo. Intanto lo spread scende dopo altre bastonate borsistiche, in modo da far intendere bene quale fosse la via da intraprendere, e piazza Affari riconquista posizioni, come ampiamente previsto. Ci viene in mente una nota di Goldman di qualche settimana passata dove veniva indicato uno spread di 350 con la presenza del governo tecnico invece di quello di SB….visto che lo muovono loro, tutto sotto controllo as usual.
Le notizie escono e i giornali parlano di aumento dell’Irpef, ici, rivalutazione delle rendite catastali, supertassa sulle barche, forse forse dobbiamo salvare la Germania dal suo default?
Vale sempre il solito schema, se va giù l’Italia, cadono anche Francia, Germania, banche, assicurazioni… devo continuare? La corda la possono tirare fino ad un certo punto, poi basta, altrimenti cosa rimane nelle loro avide mani… e nei loro forzieri? E i tagli? Se fosse vero il concetto di rigore, ce ne sarebbero di cose da tagliare, ma andremmo a colpire gli amici, e queste cose non si fanno. Siamo servi professionali, mica dilettanti della domenica, perdiana. Le parti sociali servono per un consulto, simpatico e democratico, ma finisce lì, non abbiamo tempo da perdere. Ci sono poi le insopportabili provocazioni che il governo precedente ha lasciato in bella mostra, come la pseudo scrivania di Mussolini….per forza che poi lo spread aumenta……echecazzo.
In ogni caso un piano B ci potrebbe pure essere, un euro a due velocità o varianze,
vecchio sogno cullato ante-litteram, e che farebbe parte di un piano più organico studiato da molto tempo in quel di NYCity, ma andrebbero domate Cina e Russia e ciò richiede tempo. Intanto, sia Pechino che Mosca cominciano a fare i conti con i problemi interni. L’illuminazione sta incominciando?

Italo Muti
(per gentile concessione dell’autore, fonte: Dentro La Finanza)

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