Tennis

Tornei o esibizioni?

Stefano Olivari 17/10/2024

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Tornei o esibizioni? Meglio: per i campioni di tennis hanno più senso i tornei di Serie B o le esibizioni di Serie A? Ci pensavamo ieri sera mentre guardavamo pezzi delle prime due partite del Six Kings Slam di Riad, cioè le passeggiate di Sinner e Alcaraz contro Medvedev e l’intruso Rune, con il campo principale che ovviamente era Urania-Rieti e sguardo a un Barcellona-Monaco di Eurolega dove i tre pessimi arbitri hanno trascorso più tempo al video che in campo. Un contesto abbastanza triste e asettico, quello di Riad, come lo sono sempre questi eventi artificiali portati in posti ancora più artificiali, con un pubblico freddo e poco competente. Anche se i competenti arabi in questo momento sono tutti impegnati nel chiedere l’esonero di Mancini…

Rimanendo sul tennis, bisogna dire che da qualche tempo si sta notando grande fermento organizzativo e anche un ritorno di importanza per le esibizioni che dagli anni Novanta avevano continuato a esistere ma prive di visibilità mediatica, con i giocatori che quasi si vergognavano di parteciparvi e che comunque ne facevano poche. Esibizioni anche a squadre: la Laver Cup è molto peggio della Davis Cup nel suo format attuale? Certo non siamo all’età dell’oro delle esibizioni, quel periodo di incredibile anarchia organizzativa che va dai primi anni Settanta fino ai Novanta, dal WCT (che peraltro non era un circuito di esibizioni, ma un una serie di tornei veri che in certi anni furono competitivi con il Grand Prix e assegnavano punti ATP) alla Grand Slam Cup, con l’idea di base che lo spettatore medio del tennis voglia vedere sempre i migliori.

Un’idea che l’ATP ha ad un certo punto combattuto, al punto di fare la guerra a Borg che suona un po’ come la NBA contro Michael Jordan, imponendo regole che hanno costretto i migliori a giocare, anche di malavoglia e scappando alla prima occasione, tornei ufficialmente ‘veri’. Così i Big Three hanno vinto, per non dire ‘dovuto vincere’, anche un’infinità di 1000 (40 Djokovic, 36 Nadal, 28 Federer…) e partecipato quasi sempre, tutte le volte in cui non hanno avuto infortuni veri o presunti a proteggerli. E dal 2023 i 1000 sono tornati a essere mandatory, con l’abolizione delle esenzioni che sembravano studiate su misura proprio per i fenomeni.

La nostra domanda non potrebbe essere più chiara: come spettatori preferiamo guardare oggi un Sinner-Djokovic giustificato solo dai soldi arabi o, per dire, il Sinner-Daniel primo turno di Shangai dove poi Sinner con Djokovic ha giocato in finale? La nostra idea, in piena overdose da partite, è che per quelli al top sotto gli Slam tutto sia più o meno tutto uguale. Non si può pretendere che uno del livello di Sinner si commuova per Shangai. E vale anche per chi li guarda. Senza il brivido di scoprire un talento nuovo per noi meglio Sinner-Djokovic a Riad di Arnaldi-Etcheverry a Miami.

stefano@indiscreto.net

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