Tennis maschile o tennis femminile?

4 Maggio 2023 di Stefano Olivari

Più interessante il tennis maschile o quello femminile? Presi dalle scommesse su Madrid, sul challenger di Cagliari e su altro (tutto sul nostro canale Telegram), la domanda ci è nata guardando il montepremi degli Internazionali d’Italia che inizieranno mercoledì prossimo per concludersi domenica 21 maggio. In sintesi: i soldi ufficiali messi con campo per il Masters 1000 di Roma saranno 7.705.780 euro, quelli per il WTA 1000 3.572.780. Insomma, gli organizzatori (cioè la federazione italiana, adesso in onore del ridicolo padel ribattezzata FITP) pensano che il tennis maschile interessi il doppio di quello femminile.

Non è così in tanti altri tornei, per dirne uno il Roland Garros, dove il montepremi per uomini e donne è uguale. Magari a Parigi la pensano come la nostra federtennis, forse è soltanto il politicamente corretto che impone un’uguaglianza che dal punto di vista commerciale ha poco senso di essere imposta: il tennis professionistico non è un ideale, ma qualcosa che vive se esiste un pubblico pagante in maniera diretta o indiretta. Ed è infatti proprio questo il punto: a parità di tipologia di partita, dalla finale di Wimbledon fra i primi due del ranking ATP o WTA al torneo giovanile locale, meglio il tennis maschile o quello femminile?

La risposta dipende ovviamente anche dal modo in cui guardiamo il tennis. Quando lo guardiamo da giornalisti siamo beceramente pro italiani e pro personaggi, perché significano più richieste di articoli (e meno di calcio). Quando lo guardiamo da canottierati ruttanti siamo per lo stile, al maschile o al femminile: lo stile di chi gioca bene (Musetti, Edberg, Hingis, Henin) o comunque senza colpi da manuale ci trasmette qualcosa (Borg, Agassi, Seles, Radwanska). Quando lo guardiamo da scommettitori siamo per la partita che conferma i nostri pregiudizi e difende le puntate, nel nostro caso la sparacchiona russa contro la nana italiana.

Domanda che in molti sport sarebbe assurda, basti pensare alle lamentele di Infantino per le scarse offerte televisive riguardanti il Mondiale femminile di calcio, ma che nel tennis e in pochi altri ambienti ha invece cittadinanza. Sarà un caso, ma dove non c’è contatto, diciamo pure anche violenza, una reale parità fra uomini e donne ci può essere: pallavolo, atletica, nuoto, ciclismo, quindi anche tennis. Il nostro ‘Di qua o di là’ per una volta non è maschilista perché in diverse fasi storiche abbiamo cambiato idea: tennis maschile o tennis femminile? (P.S. da oggi grazie al lavoro di Paolo Morati i sondaggi dovrebbero funzionare…).

stefano@indiscreto.net

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