Attualità

Tellaro supera Portofino

Stefano Olivari 24/06/2024

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Quanto costa una casa in Liguria? Personalmente non compreremmo mai una seconda casa, né in Liguria né altrove, però siamo curiosi e così segnaliamo questo articolo di Milano Finanza in cui si cita un paese, Tellaro, dove siamo stati diverse volte nella golden age della classe media, quando uno stipendio impiegatizio manteneva quattro persone, senza privazioni ed in un’era già consumistica. Tellaro che poi sarebbe una frazione di Lerici, provincia di La Spezia (o della Spezia? Come si dice?), e che una volta veniva spesso citata come posto dove viveva Mario Soldati. Ci piace dirlo perché oggi quasi nessuno ha idea di chi sia stato Mario Soldati e del resto anche per noi Soldati è quello scrittore inviato al Mondiale 1982. Comunque Tellaro era un bel paese, non un borgo come viene definito oggi con tutto il fighettismo che questa definizione implica.

Venendo ai soldi, abbiamo letto che Tellaro ha per prezzo al metro quadro superato Portofino, 20.000 contro i già inspiegabili (non c’è niente, la piazzetta fa schifo, le gente rivaluta le Brigate Rosse) 18.000 di Portofino. Parliamo di prezzi massimi, ma non è una forzatura perché in questo periodo l’immobiliare è trainato principalmente dal lusso, mentre la gente reale si arrabatta con piccole eredità, facilitata dal fatto che ad ereditare siano sempre meno persone: dividere per due o per uno è diverso che dividere per sei. Il punto è che Tellaro negli anni Novanta era tutto tranne che un paese per ricchi, oltre ad essere scomoda per diversi motivi. La consiglieremmo per un fine settimana, rinunciando al divano con il  Challenger di Forlimpopoli e al GP di Crotone, ma comprarci una casa è un’altra cosa.

A questo punto dovrebbero scattare il ‘Signora mia che tempi’ oppure un’occupazione proletaria gridando ‘Viva la Salis’ (non siete proletari? Il segreto è proprio questo), esaltandosi per le politiche anti-overtourism annunciate dalla città di Barcellona: fra parentesi, mai capito perché il giornalista collettivo detesti i leghisti ma si esalti per il provincialismo catalano. Noi, come più volte detto, viviamo in una città come Milano che ha come pensiero unico delle sue cosiddette élite quello di avere gente di passaggio, necessariamente benestante e possibilmente che voti a sinistra (i dati elettorali non mentono), quindi capiamo benissimo cosa sta succedendo a Barcellona. Dove c’è al governo la sinistra (il PSC), che però in Spagna è per molti aspetti leghista. Un cortocircuito fra mondialismo e difesa dell’identità che non è politicamente sostenibile a lungo. In pratica il catalano medio ti vuole inculare affittandoti la casa fetida della nonna ma poi quando suo figlio va a vivere da solo vuole trovare i prezzi calmierati.

stefano@indiscreto.net 

 

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