Basket

Tarcisio Vaghi, nobiltà delle minors

Fabrizio Provera 30/12/2015

article-post

Alcune settimane fa, nel mezzo di Basket Room, il contenitore baskettaro molto ben confezionato (ad avviso di chi scrive, poi nella parrocchia del nostro sport i veleni incrociati si sprecano) su Sky Sport, Alessandro Mamoli ha presentato un servizio con la voce incrinata dall’emozione, con gli occhi che luccicavano inusualmente. Era un servizio dedicato a Tarcisio Vaghi, allenatore dai lunghi trascorsi nonostante la giovane età al momento del suo congedo dalla vita terrena, milanesissimo, passato anche per la panchina di Varese ma soprattutto a Legnano, dove la sua maglia è issata da tempo nel PalaEuroimmobiliare, a vegliare sui Knights di Marco Tajana e Mattia Ferrari.

Tarcisio è morto a 41 anni, di leucemia. Ha contribuito a creare Cestisti fino al Midollo, una Onlus che si dedica al sostegno ai malati di leucemia, il male che – nonostante una difesa alla Obradovic – ha sopraffatto Tarcisio. Non conoscevo personalmente Tarcisio Vaghi, cresciuto come allenatore negli anni in cui mi ero allontanato dal basket. Ma mi sono emozionato, fin quasi alle lacrime, ovviamente tenute per me in un angolo di casa, rivedendo un video realizzato da quelli del Club Canaglia (molto affini, alla crew di Indiscreto) che ne racconta la storia, l’epopea, forse persino l’aura leggendaria. Tarcisio Vaghi non ha vinto scudetti, non ha alzato coppe, ma ha svernato soprattutto in quel sottobosco affascinante chiamato ‘basket delle minors’, che in ogni regione d’Italia crea personaggi più veri di quelli del basket dei ricchi (ricchi?).

Però credeteci: se personaggi come Federico Buffa, Guga Vacirca, Paola Ellisse, Dante Gurioli e tanti altri hanno speso QUELLE parole, in QUEL modo, allora significa che sarebbe valsa la pena di conoscere Tarcisio Vaghi.  Specie per chi, come me, non ebbe la fortuna di farlo. Vi lasciamo postando quel video, ispirato da qualcosa che per noi rimanda alle note di Amazing Grace. Buona visione.

P.S. 1 perché la vita è dolore per la morte di un uomo nel pieno della vita, ma anche cazzeggio più o meno colto: Basket Room ci rimanda, in qualche modo, alla leggendaria trasmissione sul basket in onda tante lune fa su Telereporter, conduttore Dante Gurioli e ospite fisso Dino Meneghin, con inviata Antonella Clerici: era il programma che preferivamo di Telereporter, ovviamente insieme ai filmini dopo le 24 con Edwige Fenech, Barbara Bouchet, Gloria Guida, Nadia Cassini e l’eterna Lilli Carati.

P.S.2: Abbiamo sentito profani ma purtroppo anche addetti ai lavori (o ai livori, copyright Dagospia) discettare sconsideratamente della Reunion natalizia di Buffa e Tranquillo, andata in onda su Sky: a noi per essere felici è bastato il ricordo delle serate trascorse alla trattoria da Giovanni, in via Fara a Milano, ‘ad ascoltare il maestro Aldo Giordani’.

(foto tratta dal sito Basketweb.ch)

E ricordate: www.cestistifinoalmidollo.com (Anche su Facebook), ma anche ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo).

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Il Muro della Pallacanestro 2025

    Lo spazio per commenti e interventi riguardanti lo sport più bello del mondo…

  • preview

    Quelli che dicono Bro a Pozzecco

    Dell’imbarazzata e imbarazzante (l’applauso solitario dell’addetto stampa al video dall’America è già culto) conferenza stampa in cui Pozzecco e Datome hanno spiegato il mancato arrivo in Nazionale di Donte DiVincenzo abbiamo già scritto a caldo sul Guerin Sportivo, non stiamo qui a riciclare. Ribadiamo soltanto che nel momento in cui la convocazione era diventata ‘invito a […]

  • preview

    Il nostro Bonamico

    Oscar Eleni in lacrime, nella capanna di un villaggio nel Sud-Est del Kenia, dopo aver sentito i tamburi che annunciavano la morte di Marco Bonamico, bel giocatore di basket, il nostro caro marine che Peterson scatenò contro la potenza di fuoco varesina,  due scudetti con la Virtus, una stella per sempre nel cielo  bolognese, argento […]