St. Vincent e il bello delle donne

11 Novembre 2014 di Andrea Ferrari

Gli imminenti concerti italiani (16 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma e 17 novembre all’Alcatraz di Milano) della bravissima St.Vincent, all’anagrafe Anne Erin Clark, già ammirata in una sfolgorante esibizione da David Letterman e unica donna nominata “BEST SOLO ARTIST” ai recenti Q Awards ci ha dato un ulteriore spunto per riflettere su quella che è la tendenza che ha segnato la scena musicale da inizio secolo: la straordinaria ascesa delle donne. Qualcuno dirà “in passato c’erano state anche Tizia e Caia…”, ma a parte i casi di artiste durature come Madonna e Kate Bush (tornata ad esibirsi live dopo 35 anni!) era assai raro trovare:

1. artiste che non finivano nel dimenticatoio dopo pochissimi anni (il momento di gloria di Cindy Lauper durò un lustro scarso).
2. la pervasività di presenze femminile in uno spettro di generi così ampio che abbiamo provato a riassumere per sommi capi con questo elenco (discutibile e sommario come tutti gli elenchi): dalla Pop-Dance delle varie Rihanna, Shakira, Lady Gaga, all’Hip Hop-R n’B con Beyoncè, Nicki Minaj, Alicia Keys e la compianta Amy Winehouse, il Pop-Rock con Katy Perry, Pink e le Haim fino al cantautorato-indie con ST. Vincent, Adele, Lana Del Rey e Cat Power.

Il tutto a fronte di un quasi deserto in ambito maschile, sia da un punto di vista artistico dove salviamo solo lo straordinario Kanye West e gente “di mestiere” come Justin Timberlake e Robbie Williams, sia dal punto di vista del successo dove troviamo il plagiatore seriale Bruno Mars e gente imbarazzante come Justin Bieber.

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