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Sport maschile o femminile?

Stefano Olivari 10/07/2024

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Sport maschile o femminile? La clamorosa semifinale raggiunta da Jasmine Paolini a Wimbledon, migliore risultato di sempre di un’italiana nel torneo più prestigioso del mondo, ha avuto meno spazio mediatico della sconfitta di Sinner contro Medvedev nei quarti. Ne ha avuto meno anche della dietrologia sugli 11 minuti di interruzione per quella che di fatto era stanchezza (regolamento, anzi non regolamento, assurdo) del numero 1 del mondo. E  subito sui social di giornalisti e giornaliste illuminate è partito il solito piagnisteo sulle donne sottovalutate, sul maschilismo, eccetera, fino al patriarcato, con schemi usati anche per altri sport e senza nemmeno farne una questione di sesso. Fra poco, con le Olimpiadi, l’overdose di gente che si lamenta che il tiro con l’arco interessi ogni 4 anni.

Personalmente la pensiamo esattamente al contrario, e cioè che ci siano tanti sport che sono sovrarappresentati rispetto al reale interesse dei lettori-telespettatori e che all’interno di questi sport sia a sua volta sovrarappresentata la componente femminile, per mille motivi: l’inevitabile politicamente corretto, il marketing, il nazionalismo che in assenza di campioni uomini (non è il caso del tennis italiano, va detto) si fa andare bene le campionesse. Siamo in piena zona Ragazze vincenti, la storia della lega femminile di baseball nata nel 1943 perché molti giocatori uomini erano sotto le armi: ci appassioniamo alla favola della Paolini perché hanno buttato fuori Sinner, ma se Musetti dovesse battere Fritz e compiere il miracolo contro Djokovic il po-po-po si sposterebbe subito da Lucca a Carrara (Bucciantini ha già delineato la differenza antropologica fra le due province? Chiediamo ai competenti).

Il tema di un sondaggio per una volta serio, perché almeno metà di noi ha figlie femmine, è chiaro: bisogna farsi piacere lo sport femminile? Intendiamo come spettatori, perché da praticanti chi gioca la finale di Champions League di calcio per noi vale come chi vince il campionato aziendale di tamburello. A nostro parere, di persone che non hanno perso un 15 di Paolini-Navarro e che considerano la pallavolo femminile 10 volte migliore di quella maschile, che senza averci scommesso o doverci lavorare non guarderebbero mai Vekic-Sun e nemmeno Milan-Roma maschile, televisioni e giornali non devono educare masse ignoranti ma avere la sensibilità per proporre argomenti e personaggi che interessino. Se Sinner fa scattare l’identificazione più della Paolini, che per sua stessa ammissione è cresciuta tifando per Federer e non per, mettiamo, la Henin, non  è colpa di nessuno. E la direzione non è sempre al maschile: in questo momento negli USA a livello di marketing Caitlin Clark vale come tutte le scelte del draft NBA 2024 messe insieme. Detto questo, sport maschile o femminile?

stefano@indiscreto.net

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