Economia

Se il templare è Montezemolo

Italo Muti 04/03/2009

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di Italo Muti

1) E se non finisse? Ma poi, perché? E se il disegno fosse un po’ più vasto e non riuscissimo a capirlo, a scorgerlo? Lo scacchiere internazionale, si sta muovendo? Domande, troppe domande, vaste programme?
2) Questa accelerazione al ribasso, peraltro abbastanza scontata, ha più padri non putativi, specialmente in Italia. Come mai Eni punta ai 14 E. quando l’azienda è sana, consegue utili e distribuirà un dividendo? Prendiamo Enel o Generali? Forse forse i fondi sovrani arabi hanno intenzione di rastrellare altre società importanti europee per poi prendere decisioni strategiche e ridurre il vecchio continente a pedine di second’ordine?
3) Intanto l’Europa si è divisa di nuovo in due pezzi o blocchi. L’Est Europa in difficoltà non riceverà una mano globale ma saranno fatte delle scelte. Stiamo parlando dei Paesi Baltici, Polonia, Ungheria, Romania, Ucraina e Bulgaria. Non tutti saranno salvati e questo ha provocato panico generalizzato in tutta Europa e nelle borse con effetto domino.
4) Molte banche sono esposte con il problema Est, quelle di Austria e Irlanda, per esempio, sono messe malissimo. Uno slam down dell’Est Europa avrà riflessi su questi due paesi, sul loro sistema finanziario e, inevitabilmente, nei vari incroci con gli altri partners della Ue.
5) Potrebbe essere una mossa miope, ma l’incertezza è grande, e il rimandare non è un rimedio. Il Vallo Adriano non deve cedere, ma anche ad Est non bisogna lasciare il nulla. Quel che resterà della Russia potrebbe riportare fra le sue braccia i vecchi alleati, scornati dal capitalismo e dal sogno del troppo facile e presunto arricchimento.
6) Tutto ciò dopo l’affondo degli americani su LB e Borsa di Mosca. La Russia è ancora pericolosa ma la forza d’urto è diminuita. Il problema è the China Blow, aggiornato a the China Cash, non ancora entrato in battaglia. Un accordo con gli Usa per i T-Bond in scadenza è stato raggiunto, chiudendo gli occhi sui diritti civili e lasciando apprezzare il dollaro. Fronte ancora calmo.
7) Hanno cercato in molti di essere un riferimento migliore della borsa di New York, Cina, India, Russia, Londra, ma nessuno c’é riuscito. Alla fine di tutta questa tempesta gli americani ne usciranno feriti ma più forti, e Wall Street avrà ancora surclassato le altre sorelle minori.
8) Torniamo in casa, forse i libici vogliono comprare ancora Eni? Forse il loro interesse non è ancora sopito e stanno manovrando per abbassarne il prezzo per comprare molto spendendo relativamente poco? Forse hanno mire anche su Fiat, Rcs e Ferrari (da 22 a 3 basso)? Se Eni arrivasse al minimo di 13,88 e non lo sfondasse, potrebbe ancora salire per tornare sui 16-16,50 per poi stabilirsi sui 18. Se sfonda il minimo di 13,88 arriva a 12, nel silenzio di tutti.
9)E le nostre banche importanti? Unicredit è dentro pesantemente nel groviglio Est Europa, molto meno Intesa Sanpaolo, più vicina al presidente del consiglio. Per il resto silenzio assoluto, a parte il segno meno, tipo Ubi, Mps, per esempio.
10) A questo punto, ci assale un tremendo dubbio, se i fondi sovrani arabi attaccassero il mondo Fiat, Montezemolo, uomo nuovo per tutte le stagioni, pronto al passo imminente della presidenza RCS, quale altra incombenza presidenziale o manageriale avrebbe? Tra lui e il successore di Jacques de Molay c’è una bella differenza.
11) Questo ed altro si dice qui a Monte Carlo o nellacara Lugano, dove mezzo calcio italiano ha i suoi conti cifrati. Un buonissimo ricchissimo amico di Al Mansour, lo sceicco che secondo qualcuno vorrebbe spendere 500 milioni di euro per contare zero nel mio Milan, sostiene che l’interesse per la società rossonera è reale ma che l’entrata come socio di minoranza avverrebbe solo se venisse concessa una opzione sulla parte rimanente del capitale una volta che i Berlusconi (cioè il Berlusconi vero) decideranno di vendere. Contrariamente a quanto pensa il direttore di questo sito (lui dice che il futuro rossonero è Ligresti), per me questo scenario è verosimile.
12) Intanto alla roulette c’è un presidente di serie A che continua a perdere cifre incredibili, rapportate all’ingaggio medio dei suoi giocatori ed al suo continuo piangere miseria. Qui c’è qualcosa che non torna: io sarò un elusore fiscale, ma in italiano lui dovrebbe essere un evasore.
13) Nella mia toccata e fuga a Milano, settimana scorsa, sono stato in un famoso ristorante. Una cosa di pubbliche relazioni, pagate purtroppo 500 euro a coperto. Credevo di combinare buoni affari ed invece mi sono ritrovato spettatore di un’orgia, con il sommelier e una presentatrice Rai (mi dicono, io che guardo solo Bloomberg credevo fosse una escort) attivissimi. Al tavolo a fianco c’era anche uno dei giornalisti sportivi più bravi, spero per lui che fosse a scrocco. Risparmio i dettagli: vivendo a Monte Carlo non mi scandalizzo di niente, ma la prossima volta vado alla solita pizzeria.
(per gentile concessione dell’autore, fonte: Dentro la Finanza)

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