Attualità

Scuole chiuse, genitori disperati

Indiscreto 04/03/2020

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Scuole e università chiuse in tutta Italia fino a metà marzo, causa coronavirus o psicosi da coronavirus: dal punto di vista sociale è la stessa cosa. Perché gli effetti sui giovani costretti a stare a casa in questa situazione eccezionale nessuno li conosce. Istintivamente pensiamo che saltare la scuola faccia piacere a tutti, almeno per noi durante la nevicata del 1985 fu così, ma non esistono soltanto gli adolescenti. Cosa accadrà alle vite dei bambini e dei loro genitori?

In assenza di nonni schiavizzati, arma comunque sempre a doppio taglio (perché il babysitter può essere congedato, i nonni no), ci si rende conto di una funzione di cui tutti parlano malvolentieri, ma che è indubbia e anche onestamente utile, soprattutto alle donne: quella della scuola come parcheggio per bambini che non si ha il tempo di controllare o gestire. Per non parlare dei soldi.

Se ai nostri tempi rimanere a scuola fino alle 16.30 (ma con i ‘Giochi serali’ e qualche corso a seguire, tipo minibasket, si potevano tirare le 19) era una facoltà, perché l’orario era 8.30-12.30, oggi il bambino uscendo quando va bene alle 16.30 passa davvero gran parte della sua giornata a scuola, che assomma così funzioni educative ad altre di mero babysitteraggio. Molti genitori, soprattutto quelli che lavorano lontano, sono disperati. Perché magari fra un mese il coronavirus sarà dimenticato, o saremo tutti morti, ma anche domani mattina gran parte d’Italia dovrà lavorare.

Altro discorso per gli adolescenti (volutamente dimentichiamo la raccapricciante età delle scuole medie), che con questa vacanza forzata ritrovano un po’ di tempo sospeso, di quello che non c’è più nemmeno in estate, magari sognando la promozione d’ufficio (cosa tranquillamente in canna per i 5 Stelle). Fra qualche anno ricorderanno con calore questo periodo in cui magari hanno praticato più sesso, più libri, più musica, più discussioni con gli amici rispetto al solito. Magari a loro di Juventus-Inter importa meno di zero.

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