Calcio

Sapessi com’è strano, il fasciocomunismo a Milano

Stefano Olivari 19/05/2011

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di Stefano Olivari
Parliamo di calcio giocato. Anzi no, quello lo facciamo solo a pagamento: del resto nessun falegname ripara sedie gratis e nessun dentista estrae molari per hobby. Perdonateci o cambiate sito. Parliamo quindi del solito quasi-calcio. E del fasciocomunismo, sintesi del peggio espresso dalla storia politica dell’umanità (manca giusto l’Islam, che fra le due sottoculture ha sempre riscosso grandi simpatie), che è stato stangato nella Latina di Pennacchi ma che a sorpresa ha trionfato a Milano. Per merito delle tifoserie organizzate di Inter e Milan.
In un articolo sulla Gazzetta dello Sport di oggi Giorgio Specchia ha riportato le dichiarazioni di rappresentanti delle curve che hanno accettato di esporsi e la sintesi del pensiero di altri che hanno preferito non farlo. Il tutto è così riassumibile: per dare una lezione all’odiato ministro Maroni e alla sua tessera del tifoso esaltata dalle veline dei media, le curve di tutta Italia e in particolare quelle del Nord hanno deciso di non votare più per la Lega. Una decisione che stava maturando da mesi ma che alle elezioni amministrative di Milano si è concretizzata o nell’astensione o addirittura nell’incredibile (incredibile considerando il pensiero politico di queste curve, definirlo ‘di destra’ non rende appieno l’idea) voto per Pisapia.
Ma veniamo alle cifre: fra Inter e Milan, le curve hanno circa 20mila frequentatori abituali e tesserati, più varie altre migliaia di frequentatori saltuari o comunque di simpatizzanti. Pisapia ha superato Moratti Letizia (su Moratti Milly e la sua neo-strumentalizzazione dell’Inter, con il faccione per la campagna abbonamenti, torneremo più avanti) di 42.461 voti (315.862 a 273.401). Grossolanamente aggiungendo 20mila da una parte togliendo 20mila dall’altra si sarebbe andati quasi in parità, ma tanto grossolano questo calcolo non è: non tutti gli ultras nerazzurri e rossoneri sono di Milano, ma è anche vero che l’area dei simpatizzanti va moltissimo al di là del tifo organizzato e che fra questi in pochissimi hanno votato una Lega che di fatto è rimasta l’unico partito di vera destra.
Non è un caso che il partito di Bossi e Maroni sia andato così così non solo a Milano ma anche in altre zone della Lombardia dove a lavorare per le Lega ci sono situazioni oggettive come l’immigrazione incontrollata (a meno che i tunisini nel bar sottocasa a ogni ora del giorno siano definibili ‘una risorsa per l’economia’) e la frammentazione del mercato del lavoro (siamo diventati tutti imprenditori, senza un vero perché, guadagnando meno di quando eravamo dipendenti). Insomma, questa trovata di marketing politico e non solo (in certi casi è una sorta di carta di credito-carta fedeltà) si è ritorta contro i suoi inventori, a riprova del fatto che sembrare al tempo stesso di lotta e di governo è un’impresa difficile. Intanto il tifoso normale, quello che ogni tanto vuole sfuggire a Sky e Mediaset, deve impazzire anche solo per regalare il biglietto a un amico.


stefano@indiscreto.it
(in esclusiva per Indiscreto)

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