Attualità

Salvo e gli anni dell’Ottusangolo

Indiscreto 15/01/2020

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La squalifica di Salvo Veneziano dal Grande Fratello Vip, a causa di frasi volgari dette parlando di due concorrenti (ma a Canale 5 pensavano di avere invitato il Principe di Galles?), ci ha fatto tornare in mente il primo Grande Fratello, condotto dalla Bignardi, quello appunto di Salvo, di Rocco Casalino, di Taricone, di Cristina Plevani e di un recente interlocutore di Salvo, Sergio Volpini meglio noto come l’Ottusangolo.

Nome che ci ha riportato alla memoria un leggendario articolo scritto nel 2003 per Indiscreto da Erminio Ottone (adesso sposatissimo, forse addirittura abbonato al pacchetto Sky Famiglia), magistrale affresco della dimenticabile Milano di quegli anni. Lo riproponiamo a beneficio dei più giovani. Se volete incontrare Erminio, oggi è più facile trovarlo al Brico Center che al Toqueville. Non è un passo indietro.

È con sincero stupore e amara ironia che Erminio Ottone racconta quanto visto e sentito venerdì scorso. Il luogo è il Toqueville di Milano, discoteca nota per il costante afflusso di VIP o presunti tali…. Fate bene attenzione a questa ultima categoria: i presunti tali. Rischiano senza volerlo di trasformarsi in mostri creati dalla TV, osannati nel loro far niente, nella totale assenza di un talento che li caratterizzi. Sono ‘quelli della tv’, e in quanto tali grandi, belli, da seguire, da sognare. E quale fucina di mostri da video è più prolifica del Grande Fratello?

Ripartiamo dal Toqueville. Ottone è nel privè, una ragazza (brutta) gli fa un cenno dalla pista affollatissima. Lui si avvicina per sentire cosa ha da dire… Ne nasce questo dialogo surreale.

Ragazza:”Sai dov’è”?

Erminio: “Dov’è cosa”?

R: “Non è nel privè”?

E: “Ma chi”?

R: “Quello del Grande Fratello”!

E: “Chi”???

R: “L’Ottusangolo”!!!

E: “Ma che c… me ne frega a me dell’Ottusangolo!”!

R (con occhi languidi verso l’alto): “Ma è bello”!

Ottone torna sconcertato tra i suoi amici, constatando due amare realtà, rese evidenti dalle parole della ragazza. 1) C’è gente che va nei locali solo ed esclusivamente per vedere il vip o presunto tale. Quel “sai dov’è?” è agghiacciante: come se l’Ottusangolo fosse un personaggio di primo piano nella cronaca mondiale. Come se al Toqueville ci fosse il Papa: impossibile non saperlo o non notarlo, come impossibile , secondo certa gente, è non sapere o non notare la presenza del ‘grande’ Ottusangolo. 2) Chiunque vada in tivù è un figo. Il Grande Fratello, nel caso dell’Ottusangolo, ha messo in vetrina un personaggio imbarazzante, banale nei suoi ragionamenti fatti di luoghi comuni, frasi fatte, citazioni dotte sbagliate… Risultato: per qualcuno può diventare idolo. Meglio evitare altri commenti. Sia chiaro che l’Ottusangolo non ha nessuna colpa, anzi. Involontariamente ci dà modo di capire la triste realtà che cicirconda.

P.S. Nel venerdì del Toqueville spicca una compagnia di uomini di mezza età con donne piuttosto inacidite al seguito. Entrano nel privè, vengono accompagnati al loro tavolo. In discoteca, dato il casino, i tavoli non sono comodi, servono solo come punto di appoggio, non certo per far stare tutti comodi e composti. Ma le donne di questa compagnia non la pensano così: si lamentano della loro sistemazione col gestore e se ne vanno indignate con i loro uomini… Forse pensavano di essere in trattoria?

P.S.2. Complimenti al simpatico ‘sborone’ avvistato sempre al Toqueville. Ferrari rossa (non conosco il modello) fiammante, che un proprietario minimamente serio lascerebbe nel vicino autosilo sotterraneo… Lui no! Passa nella affollatissima e strettissima via de Toqueville (praticamenteun’isola pedonale), e dopo aver percorso 10 metri (10 metri!!!!) sgommando e sgasando, si ferma davanti al locale (facendo togliere di mezzo gli avventori in coda per l’ingresso). Qui concorda col buttafuori di parcheggiare il mezzo lì davanti, con grossi disagi per la circolazione e pericolo per la vernice della ‘Rossa’…Ma tant’è: uno, dieci, mille graffi valgono bene una passerella nella Milano da bere, con la piacevole illusione che gli sfigati siano gli altri.

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