Calcio

Saluti (romani) da Livorno

Stefano Olivari 10/03/2015

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Quindi adesso il saluto romano negli stadi italiani si può fare? L’assoluzione dei quattro tifosi del Verona in trasferta a Livorno il 3 dicembre 2011, che salutarono con il braccio alzato l’ingresso della loro squadra in campo, ha indotto il leggendario popolo del web (quello che si indigna e insorge sempre, ma dal divano, anche se può fare danni reali tipo mandare in Parlamento incapaci in grado di raccogliere 200 voti) a pensare di sì, pur se le motivazioni della sentenza (entro un mese le avremo) non sono ancora state pubblicate. Abbiamo letto soltanto l’argomentazione degli avvocati dei veronesi, cioè che essendo i tifosi del Livorno notoriamente di sinistra il saluto romano non sarebbe stato da considerare un tentativo di proselitismo in chiave fascista ma soltanto parte di una dinamica da stadio. Tesi a prima vista da arrampicata sugli specchi, visto che apologia (di fascismo, in questo caso) non significa proselitismo, ma che è stata usata perché il reato contestato riguardava la legge Mancino. Che non si occupa di apologia di fascismo, ma genericamente di incitazione alla violenza e alla discriminazione. Se davvero fosse stata accolta questa surreale tesi, significa che un fascista può essere libero di esprimersi a Livorno o a Monaco, al limite anche all’Olimpico o al Bentegodi (perché nemmeno se uno è già fascista non si può parlare di proselitismo), ma non in stadi dove l’opinione politica degli ultras è meno netta. Insomma, da amanti della tranquillità speriamo di avere capito male e non perché il saluto romano ci colpisca più di tanto: sottintendono crimini simili anche il pugno alzato e i simboli delle rispettate e temute ‘grandi religioni monoteiste’ (in particolare l’Islam) che come fomentatrici di odio hanno creato mille volte superiori al nazifascismo. Un magistrato che si ponesse il problema della loro illegalità (nella migliore delle ipotesi si tratta di truffe, non è che si possono mostrare i muscoli solo a Wanna Marchi) diventerebbe subito un difensore della civiltà. Tornando al saluto romano, è una previsione troppo facile che questa sentenza pur non rifacendosi alla legge Scelba (pare) suonerà come una sorta di via libera negli stadi e non solo.

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