Calcio

Riposizionarsi su Cristiano Ronaldo

Stefano Olivari 26/08/2021

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I tentativi della Juventus di liberarsi di Cristiano Ronaldo forse andranno a buon fine, mentre scriviamo non ce n’è ancora la certezza. Ma di sicuro costringeranno a riposizionarsi chi per tre anni si è commosso per la crioterapia e il siuuu. Le porte girevoli dei media italiani potrebbero portare fuori Georgina e riportare dentro il lottatore marocchino. E se a prendere CR7 fosse il City? È perché gli inglesi rosicano, ovviamente. Ma sono arabi… non ci si capisce più niente. Tutta una narrazione cialtrona sta volgendo al termine, finalmente Cristiano Ronaldo è tornato un grande campione di 36 anni, grandissimo quando ne aveva 26.

2. Correa dalla Lazio all’Inter conferma la seconda grande tendenza degli ultimi tempi, dopo quella del calciatore descritto sempre come mercenario: lasciar partire i migliori di una squadra, spesso con pagamento a rate o differito, tipo il Rossini Hi-Fi o la Eminflex, quando non addirittura gratis in scadenza di contratto, e farla sembrare anche una cosa accettabile al popolo bue. Colpa del Covid, come si dice ormai per tutto. Lukaku, Donnarumma, Chiesa, Messi, Locatelli. Prossimamente magari anche CR7 e Insigne.

3. Caitlyn Jenner, documentario della serie Untold da poco in programmazione su Netflix, è davvero imperdibile. Perché c’è il giusto equilibrio fra Bruce Jenner, il decathleta oro ai Giochi di Montreal ed icona americana che ancora oggi vive di presentazioni e discorsi motivazionali, e appunto Caitlyn, come si chiama dopo il cambio di sesso del 2015. La tesi di fondo è che il conflitto di identità di Bruce sia stato la molla per i suoi successi sportivi, come a voler emergere in quanto maschio, ma a noi ovviamente è piaciuta in particolare la parte su Montreal, con la sfida al classico sovietico mitizzato, in quel caso Avilov. Molto sullo sfondo il discorso Kardashian, con le prime stagioni del reality ancora da padre di famiglia.

4. Antipasto in piazza, come vorrebbe giustamente Coe per dare visibilità ai concorsi, del meeting di Losanna di stasera, con un Gianmarco Tamberi visto scarichissimo dopo settimane di festeggiamenti. Giusto così: 2,37 a Tokyo dopo non avere mai superato 2,33 nei 5 anni post infortunio significa avere tirato fuori il 200% nel giorno dei giorni. Domanda che vale per Tamberi, ma anche per Jacobs: perché in agosto non si sono viste nel spiagge e nelle città magliette ufficiali con scritto Tamberi o Jacobs? Eppure la gente parlava solo di loro. La sezione abbigliamento del sito della FIDAL sembra quella della federazione bulgara degli anni Settanta.

5. Filippo Tortu torna ai 200 dopo due anni, il 5 settembre a Chorzow. Non per alimentare il più classico discorso da bar dell’atletica, quello che suggerisce sempre di doppiare o comunque aumentare le distanze (‘Sei così così nei 5000? vedrai come sarai forte nei 10000’) e che ha condizionato in peggio tante carriere, ma per una considerazione semplice: nei 100 lui più di così non può fare, al di là di grattare qualche centesimo con scarpe e pista, nei 200 con il suo personale (20″34) la finale olimpica la si vede ugualmente con il binocolo ma almeno c’è margine per lavorare e sognare.

6. Ci vorrebbe Sergio Tavcar per spiegare come mai nella pallavolo le serbe siano fantastiche e le croate facciano pena. La nostra domanda è più modesta: come fa la federazione di volley ad avere tutto questo spazio in prima serata sui canali RAI veri, non il numero 1240 su cui nostra nonna non capiterà mai nemmeno per sbaglio?

(16.30 di giovedì 26 agosto 2021, continua)

 

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