Calcio

Respiro olandese

Stefano Olivari 23/01/2009

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Scrivere di calcio per i tifosi è mestiere facilissimo, scriverne per gli appassionati è invece quasi uno sport estremo: un campione di questa disciplina è Alec Cordolcini, non lo diciamo noi ma i lettori del Guerin Sportivo e di Indiscreto (quando si è preso una pausa, per i mille impegni, qualcuno ci ha riservato parole poco simpatiche). Non ribadiamo quindi il concetto, anche perché saremmo di parte e rischieremmo la classica recensione all’italiana: quella in cui il giornalista recensisce il libro dell’amico sperando in futuro che questi ricambi il favore per la sua ‘opera’. Nessuno sbrodolamento: Cordolcini è esattamente l’Alec di Radio Olanda e di Calcio Totale, quindi a voi il giudizio.
Più concretamente veniamo al contenuto di ‘La Rivoluzione dei Tulipani’, da poco uscito per Bradipo Libri: la storia di un secolo di calcio olandese, attraverso le vite dei suoi protagonisti. Pim Mulier, fondatore nel 1879 della prima squadra d’Olanda e geniale organizzatore-evangelizzatore. Henri Denis, la prima vera stella: uno dei migliori difensori al mondo negli anni Venti, protagonista in tre Olimpiadi e ad Amsterdam 1928 lettore del giuramento olimpico. Il grande bomber Bep Bakhuys (in Olanda ancora oggi i gol di testa in tuffo vengono definiti gol alla Bakhuys), simbolo del passaggio dal dilettantismo ipocrita al professionismo. Kick Wilstra, il più forte di tutti anche perché personaggio di fantasia: fumetto popolarissimo, nato dalla sintesi delle caratteristiche di diversi campioni. Faas Wilkes, fenomenale dribblatore anche con la maglia dell’Inter di Lorenzi e Nyers. Il generale Rinus Michels, prima campione in campo e poi inventore del calcio totale e dell’idea che il mondo ha del calcio olandese. Coen Moulijn, una vita per il Feyenoord, con lui in campo prima squadra olandese a trionfare in Europa e nel mondo anticipando gli eterni rivali dell’Ajax. La personalità di Jan Jongbloed, l’immensità assoluta di Johan Cruijff, la durezza di Wim van Hanegem, l’unicità di tutta la generazione della Grande Olanda (Neeskens, Krol, Rep…), i campioni degli anni Ottanta dalle vette di Van BastenGullitRijkaard in giù, fino ad arrivare ai protagonisti dei giorni nostri.
Ogni capitolo una vita, a volte difficile ma sempre interessante, in pratica in ogni capitolo un romanzo. Con la statistica ridotta opportunamente al minimo e la Storia con la Esse maiuscola a fare da contorno alle storie. Impressiona rendersi conto di quante cose non sappiamo su personaggi di cui abbiamo parlato un milione di volte e di sicuro è un delitto leggere questo libro velocemente, come se la velocità di lettura (‘si legge in un fiato’ e tristezze del genere, pensando di fare un complimento) fosse un valore. Invece ogni capitolo soddisfa molte curiosità e ne fa nascere tante altre, che ci fanno sperare in prossimi libri dello stesso autore e capire perché molti di noi hanno tifato Olanda senza sapere bene perchè: tutti gli stati sono entità politiche e geografiche, ma sono pochissimi quelli che rappresentano un’Idea. La Rivoluzione dei Tulipani va letto lentamente perchè dentro c’è molto calcio ma soprattutto molta vita: cultura olandese, interiorizzata sul posto, ed il respiro ampio di chi guarda oltre l’orticello.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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