Attualità

Recovery fund, all’Italia 82 miliardi non regalati

Indiscreto 27/05/2020

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Dal Recovery Fund arriveranno 172,7 miliardi di euro all’Italia, di cui quasi 82 a fondo perduto. Queste le cifre fornite da Paolo Gentiloni su quello che adesso si chiama, sarà il quindicesimo nome diverso, Next Generation EU. Insomma, una Next Gen (che a noi, di solida cultura classica, evoca sempre l’Ifix Tgen Tgen di Gabriel Pontello) anche per l’Unione Europea, pur non potendo in questo campo schierare un Sinner. Ma davvero il Recovery Fund regalerà 82 miliardi all’Italia, oltre a prestare il resto della cifra stabilita? Italia 82 suona così bene…

È prestissimo per dirlo, perché questo Recovery Fund da 750 miliardi complessivi è una proposta che dovrà prima essere approvata dal Consiglio Europeo (cioè dai capi dei governi UE, quindi anche Conte, più il presidente del Consiglio stesso, il belga Michel, e il presidente della Commissione Europea che è la Von der Leyden) e poi dal Parlamento Europeo, una proposta che riguarda il bilancio 2021-2027 dell’Unione Europea: quindi 125 miliardi l’anno per tutti i paesi. Di certo i 172,7 miliardi metterebbero l’Italia in testa alla classifica dei beneficiari, davanti alla Spagna e agli altri.

Insomma, è presto per scendere in piazza con il tricolore, o con la mascherina tricolore, ad esultare inneggiando agli ‘umani’ Macron e Merkel che hanno ammorbidito i ‘frugali’ Rutte e Kurz. Nella nostra miseria però ricordiamo che la vituperata Italia è un contributore netto dell’Unione Europea: un anno fa (bilancio 2018, l’ultimo disponibile senza dover fare stime) ha versato 17 miliardi ricevendone in varie forme circa 10 (lo dice la Corte dei Conti), e nell’arco di 15 anni ha versato in media 4,5 miliardi (fonte: Cottarelli) in più all’anno di quanto abbia ricevuto.

82 miliardi diviso 6 anni fa 13,6, che pare sia ancora meno di 17. Tutto grezzissimo, a partire da questi nostri calcoli. Ma in sostanza ci riprenderemmo (condizionale) soldi che abbiamo già dato e nemmeno tutti. Meglio comunque riprenderseli che lasciarli lì, pur notando l’assurdità del dover ringraziare per un qualcosa che pagheremo anche in forme non finanziarie.

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