Calcio

Rapinoe e lo spogliatoio anti-Trump

Indiscreto 11/07/2019

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Donald Trump ha mai detto o fatto qualcosa contro le lesbiche? Comunque Megan Rapinoe si è iscritta all’elenco dei sinceri democratici che stanno lavorando per la sua rielezione alla presidenza degli Stati Uniti. La capitana degli USA campioni del mondo di calcio ha infatti detto che avrebbe rifiutato l’invito alla Casa Bianca.

Con la seguente motivazione: “Il suo è un messaggio di esclusione nei confronti delle persone come me”. Come Rapinoe la penserebbero alcune compagne, a suo dire, che rifiuterebbero un eventuale invito di Trump ma non quello del Congresso. Peraltro pieno di elementi mille volte più conservatori di Trump, per filosofia personale del tutto indifferente alla questione LGBT e a quasi tutte le altre.

Il punto non è però questo, ma che tutta la squadra americana (non abbiamo letto voci dissonanti rispetto alla capitana) sia ufficialmente anti-Trump. Cioè uno che ha avuto il 46,1% del voto popolare avrebbe lo 0% all’interno di una squadra di calcio? È una considerazione statistica, che non tiene nemmeno conto del fatto che i valori dello sport siano fondamentalmente di destra (vittoria-sconfitta, onore-disonore, gloria-oblio, eccetera) e quindi di base il repubblicano, sia pure repubblicano sui generis alla Trump, dovrebbe godere in un contesto sportivo di un consenso superiore rispetto a quello dentro una redazione giornalistica.

Non c’è insomma bisogno del solito pistolotto contro gli italiani cattocomunisti, perché anche negli Stati Uniti ci si vergogna di essere di destra. Anche il più lontano dal mondo dei media intuisce che essere di sinistra rimanga più socialmente accettabile, anche se la sinistra culturale (non quella sociale, che ha regalato molti temi alla destra) sta scomparendo.

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