Calcio

Quando ci invidiavano Rugani e Belotti

Dominique Antognoni 28/03/2022

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Per una volta scrivo in prima persona. A dire il vero lo faccio sempre, ma non su Indiscreto. Qui il Direttore, per sua sventura nato e cresciuto leggendo la democristiana stampa italiana, preferisce il “noi”, il che per me è una violenza. Io ho avuto come unico esempio la stampa anglosassone, dove in tanti scrivono in prima persona e dove soprattutto i giornali vanno fatti esclusivamente per i lettori, l’esatto opposto di quello che accade in Italia.

Comunque ho deciso di usare la prima persona per salvarlo da ciò che scriverò qui. Le colpe sono solo mie. Così come le colpe della mancata qualificazione mondiale sono in gran parte della stampa, ed è questo il tema: mentendo a manetta e senza soste i giornalisti hanno perso il senso della realtà. A furia di sdraiarsi per terra e non voler fare polemiche (che diamine di giornalista è uno che evita le polemiche?), sono finiti con l’incensare qualsiasi calciatore medio. A me piace da matti la frase “Ce lo invidiano in tanti”, quando si tratta di un Rugani o di un Belotti qualsiasi. Certo, non hanno né l’interesse, né il coraggio e ancor meno la personalità per dire quello che pensano, ammesso che si sforzino a farlo.

Certo, a nessuno importa che io mi sia leggermente allontanato dal mondo del calcio, pur seguendo più partite di prima. Però l’ho fatto principalmente perché mi fa schifo la stampa. Certo il Direttore non può farlo, ci vive e ci lavora con loro. Solidarietà. Io invece posso dirlo chiaro e tondo: sono stomachevoli e soprattutto stanno rovinando il calcio e la percezione della realtà.

Tralasciando sul fatto che un calciatore può essere drogato, oppure ubriaco solo se gioca in un campionato straniero, che può andare con le escort solo se il fatto avviene altrove e viene ripreso da The Sun o simili. Già questo la dice lunga e lo si sa da sempre: in Italia si sdottora sul fatto che la sfera privata sia sacra, tradotto “siccome a noi interessa solo dello stipendio e non vogliamo guastarci i rapporti con gli uffici stampa, la mettiamo sull’aspetto deontologico che facciamo bella figura”. Peccato che l’etica non valga per chi gioca nella Liga, Bundesliga oppure la Premier. Se si ubriaca Grealish va bene, se lo fa uno della Serie A be’, buttiamola in vacca e parliamo di deontologia. Che vale solo quando da comodo.

Mi fanno schifo perché si fanno calpestare da tutte le società e dall’ultimo arrivato in un qualsiasi ufficio stampa, gli esempi sono infiniti ma non voglio allontanarmi dall’argomento. Che sarebbe la menzogna continua. Tutti i giocatori italiani sono, secondo e solamente la stampa della penisola, i migliori al mondo. Barella è uno dei tre migliori centrocampisti, Jorginho è da Pallone d’oro, la Juve può vincere la Champions, e potrei continuare. Il punto non  è però il valore di giocatori e squadre, sempre discutibile, ma che i giornalisti dicano certe cose in automatico. Le dicono di un qualsiasi calciatore e di una qualsiasi squadra italiana, zerbinandosi di più con i più potenti e un po’ meno con gli altri, ma l’idea di base è sempre questa.

Avete fatto caso? Ad ogni sorteggio si parla di Juve come possibile vincitrice. L’anno scorso la Roma aveva le carte in regola per vincere l’Europa League, due anni fa idem. È una truffa. Sono i primi a saperlo, almeno lo spero. Mentono in automatico e lo fanno con una tale nonchalance da farti venire il voltastomaco. Se non lo avete già fatto finora, prestate attenzione alle facce degli allenatori quando sentono tali baggianate. “Simone, lei pensa che l’Inter possa vincere la Champions?”. Inzaghi guarda sempre imbarazzato. “Gasp, l’Europa League è un obiettivo?”. E lui, povero, che forse vorrebbe rispondere “Siete un branco di idioti”, deve fare lo slalom dialettico.

Non è la fine del mondo una mancata qualificazione, tutti noi viviamo lo stesso e guarderemo comunque i Mondiali, così come guardiamo la Premier League o la Champions. È una disgrazia e una ingiustizia invece vedere questi qui che mentono da decenni, sapendo di mentire. Studi televisivi su studi televisivi, opinionisti su opinionisti, c’è la gara a chi esalta di più il centrocampista di turno. Adani di recente ha provato a spiegare proprio questo, però lo ha fatto in un modo errato, esprimendosi male e con toni da invasato.

Qualche settimana addietro, uno dei più bravi cronisti se non il più bravo per quello che riguarda le vicende dei media, ovvero Claudio Plazzotta, mi ha spiegato in maniera lapidaria che “In Italia i giornali non sono mai stari fatti per i lettori, ma per gli inserzionisti. E gli inserzionisti non vogliono polemiche e critiche. € per questo che nessun giornalista cambia una virgola e fa copia e incolla con i comunicati stampa”. Se ci pensate e proprio così. Peccato che le vendite dei quotidiani siano molto oltre il fallimento. I numeri sono terribili. Basta consultare il sito www.primaonline.it. La colpa non è del lettore perché non legge, è di chi scrive e di chi fa i giornali. Ovviamente parliamo della stampa migliore al mondo,è il lettore a non capirne la grandezza.

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