Attualità

Primarie PD, vincono Zingaretti e il Calafuria

Stefano Olivari 03/03/2019

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Le primarie del PD terminate pochi minuti fa porteranno sicuramente Nicola Zingaretti alla segreteria del partito, con le prime proiezioni che lo danno intorno al 60%. Non c’è stata partita visto che i voti per così dire renziani si sono divisi fra Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Ma lo spoglio non è ancora terminato, quindi lasciamo perdere le analisi e anche i ragionamenti sull’affluenza: l’obbiettivo realistico di un milione di votanti e quello ottimistico di un milione e mezzo si sono confrontati con i 3.554.169 del 2007 (vittoria di Veltroni, davanti alla Bindi e Letta), i 3.102.709 del 2009 (vittoria di Bersani davanti a Franceschini e Marino), i 2.814.881 del 2013 (Vittoria di Renzi davanti a Cuperlo e Civati), i 1.838.938 del 2017 (Vittoria di Renzi davanti a Orlando ed Emiliano). C’è poco da ragionare, ci sembra. O hanno perso appeal le primarie, o l’ha perso il Partito Democratico. Facendo facili confronti, una democrazia da vecchio partito (alla PCI) esiste nella Lega, una democrazia da nuovo partito nei Cinque Stelle, una democrazia formale in Fratelli d’Italia (La Meloni è diventata presidente da candidato unico) e una democrazia nemmeno per sbaglio in Forza Italia.

Ma la cosa che ci ha colpito di più nella giornata è stata che uno dei seggi fosse presso il locale culto di Budrieri, la pizzeria Calafuria di via Gulli, angolo piazzale Siena, dove abbiamo nel corso dei decenni mangiato o ritirato centinaia di pizze ben lontane dal concetto di pizza gourmet ma vicine al cuore di una periferia normale, non troppo bella da vantarsi di risiedere lì ma nemmeno troppo brutta per tirarsela da rapper usciti dal Bronx. Insomma, un posto dove quasi nessuno vota più per il PD e dove quasi nessuno dei potenziali elettori del PD ha partecipato alla marcia contro il razzismo che nella testa di Sala dovrebbe essere l’inizio della sua carriera da leader di sinistra. Dopo che Salvatore Piccolo ci ha cortesemente mandato la foto che vedete pubblicata su Indiscreto siamo andati a controllare di persona ed abbiamo notato all’interno della pizzeria (ora a proprietà cinese) un certo movimento, al di là dei numeri segno di vitalità in una zona dove la passione politica non era al top nemmeno negli anni Settanta. Ascoltare la gente che frequenta il Calafuria sarebbe un ottimo punto per ripartire, ma non siamo sicuri che le risposte piacerebbero a Zingaretti e meno che mai a Sala. Comunque ancora una volta Budrieri aveva capito tutto, anche se non è stato compreso dai contemporanei: sulla sua tomba ci sarà scritto ‘Mancò la fortuna, non il valore’. Forse il PD prima di morire conoscerà però di nuovo almeno la fortuna.

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