Perché Loredana Bertè merita di vincere Sanremo

7 Febbraio 2019 di Paolo Morati

Primo appello ai ragazzini: i vostri idoli malinconici e disperati hanno tempo per affermarsi, se proprio volete votare qualcuno via smartphone (anzi fatelo fare a papà e mamma, perché è riservato ai maggiorenni…) indirizzatevi su Loredana Bertè, che di malinconia e disperazione ne sa sì qualcosa, da molto più tempo. Secondo appello: cara giuria demoscopica, che sei abituale fruitrice di musica, non puoi non appassionarti e risvegliarti all’ascolto di un brano come Cosa ti aspetti da me. Coraggio, destati, apri gli occhi, sollevati dal divano e vota. Terzo appello, alla Sala Stampa che sa (o dovrebbe sapere) che cos’è la Storia della musica: fatti di nuovo emozionare da un personaggio che ancora oggi tiene il palco più di tutte le voci femminili uscite dai talent. Quarto appello: Mauro Pagani, tu che conosci la musica, guida con sapienza la giuria d’onore da te capeggiata e fa sì che dia il giusto merito a un brano poderoso e interpretato in modo impeccabile da Loredana Bertè.

Ora, questo intervento non è mirato all’assegnazione di una sorta di premio alla carriera a un’artista ormai vicina ai 70 anni, e che dopo stagioni rocambolesche, da cui è uscita in modo imprevedibile e impensabile per chi la dava ormai fuori dai giochi, oggi merita di raccogliere un tributo che però potrebbe, se letto in modo sbagliato, apparire patetico. Tutt’altro: siamo convinti che nella logica del Festival di Sanremo di quest’anno, Cosa ti aspetti da me sia veramente l’ensemble che mette insieme al meglio quello che è lo spirito della canzone italiana, fuori dalle mode e dalle morali. Senza strizzare l’occhiolino agli adolescenti e senza nemmeno aspettarsi il premio della critica, che pare veleggiare verso altri lidi.

Cosa ti aspetti da me è di fatto un solido pop rock da sette in pagella, ben costruito, con lo zampino di Gaetano Curreri, interpretato in modo esplosivo da una Loredana Bertè rinata che lo fa diventare da otto. Una Berté, non lo abbiamo mai nascosto, che è da sempre al top dei nostri gusti musicali. Ne abbiamo scritto più volte, l’ultima relativamente a un suo affollato concerto visto e ascoltato con regolare acquisto di biglietto, e con un pubblico sorprendentemente cross generazionale. Ecco, secondo noi forte di un’esibizione che nelle prime due serate è cresciuta e che ha raccolto elogi da ogni parte ed età (e non solo per le leggendarie gambe), in attesa del duetto di venerdì con Irene Grandi e del finale di sabato, possiamo già dire che per noi merita di vincere. Poi sarebbe il massimo se finisse sul podio con Daniele Silvestri (probabile premio della critica), e uno tra Ultimo o Achille Lauro per far felice la quota under 20, anche se noi ci vedremmo bene Paola Turci. Finirà davvero così? Intanto proponiamo il sondaggio fra le canzoni portate dalla Bertè a Sanremo, possibili al massimo tre preferenze anche se noi personalmente le voteremmo tutte.

https://www.youtube.com/watch?v=-QfYR7Yjlc8

 

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