Perché comprare una Fiat Panda
6 Maggio 2019
di Furio Fedele
Perché comprare una Fiat Panda? Oggi, nel 2019. Una domanda che vale per qualsiasi auto ma che per alcuni modelli storici, come appunto la Panda, è più interessante. Visto che si tratta di un’auto che chiunque conosce nei dettagli, anche chi non l’ha mai avuta.
Perché dunque comprare una Panda? Poca spesa e tanta resa, andando sul luogo comune. Che però ha una sua validità quando si deve acquistare un’auto. Di questi tempi bisogna infatti valutare il centesimo per evitare problemi (spese di gestione, manutenzione, rivendibilità) che meritano una giusta riflessione ‘prima’ e non ‘dopo’.
Al di là del comprare una Panda, la tendenza è che le utilitarie di ultima generazione, risparmiose e confortevoli, stanno prendendo il sopravvento su gran parte delle vetture di più recente ideazione in commercio. Correre e sgasare sono diventati hobby inutili e costosi, che non accendono più la fantasia dei giovani patentati e meno che mai di quelli più anziani, stritolati fra mille spese. In particolar modo questi hobby sono inopportuni nella vita quotidiana del 2019, anche per chi detesta il politicamente corretto. Quindi è giusto, almeno secondo noi, puntare il mirino su qualità e quantità certificate.
Con oltre 6 milioni di veicoli prodotti dal 1980 ad oggi la Fiat Panda si è trasformata nel tempo arrivando quasi a sembrare un piccolo Suv, passateci la definizione. L’abitacolo può essere attrezzato come meglio si crede (5 o 4 posti, van, trasporto cose) e le motorizzazioni più in voga soddisfano tutte le esigenze. Il 1.200 cc benzina e il 1.300 cc turbodiesel sono in grado di garantire prestazioni eccellenti. Anche abbinati, nella versione a gasolio, alla trazione 4×4 irrobustita e resa più aggressiva nella versione cross. I propulsori a gpl e metano sono sempre fra i cavalli di battaglia di un’auto pià che affidabile.
La Fiat Panda si è evoluta (solo 3 cambi di modello complessivi, finora) ed è cresciuta con grande disinvoltura tenendo testa a una concorrenza mondiale. Tracciando anche solchi indelebili che poi sono stati percorsi da altri costruttori. Ad esempio la Panda è stata la prima vettura con lunghezza inferiore ai 4 metri ad avere una motorizzazione diesel (1986) e a disporre di trazione integrale (1983); è anche una delle prime vetture ad essere commercializzata con alimentazione elettrica (Panda Elettra 1990). È stata la prima citycar ad aggiudicarsi il premio Auto dell’anno (nel 2004) e la prima «piccolina» a raggiungere il campo base avanzato dell’Everest a 5.200 metri (nel 2004 con il modello 4×4).
Ma affidabilità e versatilità sono stati supportati anche da una politica dei prezzi che è stata sempre concorrenziale, al passo con i tempi e le necessità di un mercato che ormai corre e si sviluppa senza confini. Invece di aumentare i prezzi, la Fiat li ha in questo caso abbassati. Fino ad arrivare al limite record dei 7.000 euro (ci si riferisce a un’auto nuova già comprensiva dell’Iva) ai quali bisognava aggiungere solo le spese di immatricolazione (300 euro). Questa riuscitissima promozione ha avuto anche il merito di essere lanciata con un’idea assai originale. La Fiat Panda low cost e decisamente minimalista per quanto riguarda l’accessoristica di base era inizialmente di colore arancione. Prodotta e commercializzata in un numero limitato di esemplari la «Pandina» (di nome ma non di fatto) ha avuto un successo enorme.
Casa Fiat ha deciso di continuare su questa strada favorendo una fidelizzazione che può essere paragonata, a livello europeo, al fenomeno della Golf (di cui parleremo in uno dei prossimi post). Ma con una variante non certo trascurabile: il top Volkswagen è già alla settima serie. La Panda è solo a quota 3, come detto. In questo mese di maggio è offerta una versione a 7.600 euro che presenta un maggiore comfort, sempre low cost. Si è ampliata anche la gamma di colori con dettagli estetici esenziali ma assai gradevoli.
La Panda è sempre e comunque un affare. Per chi la compra nuova, per chi la vende… E, di conseguenza per chi la compra usata. Basti pensare che non pochi esemplari della primissima serie sono ancora circolanti. In particolar modo nelle campagne o nella preziossima versione 4×4, in montagna dove né il terreno accidentato né la neve possono rappresentare un ostacolo. La versatilità della Panda è tale che anche il mercato dell’usato, che mantiene sempre valutazioni importanti, è vivace e agile come non mai.
La Fiat «spinge» senza soste il prodotto Panda, promozionandolo ma anche tenendolo sempre aggiornato. La differenza è rappresentata dalla dotazione di accessori mentre, come detto, modelli e versioni sono da sempre identici. Ad esempio l’equipaggiamento estetico della Cross viene applicato anche sulla Panda a due ruote motrici. Semmai, come accade anche per la Van a 2 o 4 posti, le migliorie vengono applicate riguardo la robustezza della vettura. Equipaggiata con sospensioni e modanature esterne più robuste. Anche perchè si tratta di un’utilitaria con la quale si possono compiere viaggi di media-lunga gittata con capacità di carico importanti nella versione con il sedile posteriore sdoppiabile.
E quindi? La Panda quasi involontariamente ha saputo intercettare la tendenza dell’auto mezzo di trasporto e non più estensione della personalità di chi la guida, come per le auto era fino a pochi anni fa. Senza metterci a fare gli psicanalisti dei poveri, possiamo dire i nuovi stili di vita, in metropoli e in provincia, si sono saldati con un modello che rappresenta una sicurezza. Chi usa l’auto solo per andare a fare la spesa e per un breve tragitto verso il lavoro non si sente più giudicato per l’auto che guida e va diretto alla sostanza. Ovviamente stiamo generalizzando, ma la direzione è questa.
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