Basket

Pascolo vertical

Oscar Eleni 02/02/2018

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Oscar Eleni sulle torbide rive del fiume Spoon chiedendo all’avvocato Lee Masters di farmi attraversare l’onda limacciosa abbracciato a Gianni Capitani che ci ha appena lasciato. Grazie a Gianfranco Colasante per averlo raccontato così bene. Anche provandoci non ci siamo riusciti. Era un amico di quelli che non dimenticherai mai, era un eccellente collega, era il genio della lampada per far diventare una trasferta, un viaggio, una gita, una corsa, un pranzo qualcosa di speciale. Era bello camminare con lui, anche se nella sua ironica visione della vita gli smaniosi come noi gli stavano sulle scarpe sempre lucidate così bene. Nei boschi tedeschi, seguendo il serpentone che voleva liberarsi dei suoi peccati di gola, abbiamo brindato all’alba, sapendo che eravamo al tramonto. Gli abbiamo voluto bene. Dai tempi della Gazzetta ai viaggi seguendo i sogni nebioliani. Dalla scoperta di Piperno e i suoi carciofi alle notti che non erano tanto magiche seguendo uno sport che ci stava soffocando.

Sullo stesso fiume ci tocca tornare perché il gioco della vita va avanti e per chi, come diceva Gianni, si è perduto sul sentiero del basket primordiale, bisogna pur dare a Pianigiani quel che è di Pianigiani uscito nuovamente vittorioso da una sfida contro la Spagna del balocesto rappresentata male, in questo caso, dal Barcellona del Sito Alonso che si è garrotato da solo chiedendo a Navarro e Tomic quello che non potevano più dargli. Ah povera Spagna direbbe il Manzotti nel suo ballo Excelsior, mentre a Milano la benedicono questa iberica passione a farsi sculacciare dai lanzi di Armani. Per il sior Dondina Pianigiani questa tisana al chorrizo nobile. Ne aveva bisogno. Ora avrà pure letto cose che non sono vere, ma l’incenso costa così poco se poi te lo paga l’azienda, si tenga il successo ed è un bene che Dada Pascolo abbia reagito da hombre vertical ai tormenti della stagione. Così reagiscono quelli che hanno dentro qualcosa, così come ha fatto e farà Cinciarini anche se a Barcellona non ha visto il campo. Fortunato l’allenatore e fortunata la società che trova giocatori così umili da accettare di portare il saio mentre gli altri si mettono i damascati ispirati a Manet. In queste novene al convento Olimpia, considerando l’Europa vera troppo lontana, resta la certezza di poter fare i Superboni nella palla al cesto nazionale.

Pagelle catalane che valgono come le rivalutazioni dei tribunali per gli squalificati russi affetti da doping segreto.

MILANO: Theodore 5.5,Goudelock 6.5,Micov 6, M’Baye 4.5,Tarczewski 6, Bertans 6,Jarrels 5,Gudaitis 7,Pascolo 7.5,Kalnietis 4, Pianigiani 6.

BARCELLONA: RIbas 6,Navarro 4,Hanga 4.5,Moerman 6,Tomic 5,Sanders 4,Koponen 6,Oriola 6, Huertel 5.5, Claver 6, Jackson 4, Sito Alonso 4.

Come si vede vittoria sul filo, ma scontro non certo alla pari. Era un Barcellona finto che infatti ha gli stessi punti in classifica di Milano, a 8 lunghezze dal lago play off. Contenti loro.

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