Attualità

Orban o Salis?

Stefano Olivari 31/01/2024

article-post

Orban o Salis? Un Di qua o di là divisivo che in realtà non dovrebbe esserlo, visto che il caso politico che si è creato dovrebbe prescindere dalla colpevolezza o meno della maestra elementare italiana che in Ungheria avrebbe, secondo le accuse, partecipato insieme ad altri (due tedeschi) militanti di estrema sinistra (lei però è anarchica) all’aggressione di due di estrema destra. Del caso stanno parlando tutti ed è inutile mettere in bella copia ciò che hanno già scritto altri. Andiamo direttamente al cuore del discorso: l’Italia o, se vogliamo personalizzare tutto, Giorgia Meloni, dovrebbero interessarsi ad una vicenda giudiziaria ungherese? Al di là del verificare le condizioni della carcerazione della Salis, intendiamo.

Pare che la Meloni abbia già parlato con Orban, vista la mediaticità del caso non poteva non farlo (e del resto ha anche invitato Sinner ad andare a Sanremo, tutti funzioniamo a like), ed è probabile una soluzione politica di una vicenda che i media hanno estratto fra mille proprio perché politica. Non ci sembra che venga dato lo stesso spazio alle condizioni di detenzione di uno spacciatore in Thailandia, per dirne una, al di là del fatto che la mediatizzazione di un caso in Italia spesso lascia indifferenti i paesi destinatari dell’indignazione:  Chico Forti finora non ha avuto benefici particolari dalla campagna in suo favore. In ogni caso essendo l’Ungheria da vent’anni nell’Unione Europea è possibile che l’eventuale pena definitiva venga scontata in Italia.

Veniamo al punto, che è il seguente: la politica si deve interessare del caso Salis, a parte la verifica delle condizioni di detenzione di un italiano all’estero (che vale anche per lo stupratore o il serial killer, peraltro), oppure no? Cosa diremmo di un Orban che telefona alla Meloni per perorare la causa di un ungherese arrestato a Roma? Sul tavolo ci sono poi due ulteriori situazioni antipatiche. La prima è che un crimine, tipo spaccare la testa a uno per strada ma anche altri, sia da molti ritenuto meno grave se compiuto con motivazioni politiche. La seconda, apparentemente più leggera, è che molti italiani quando vanno all’estero ci vanno con l’idea che si possa fare tutto ciò che si fa in Italia, che proprio per questo è la terra promessa dei criminali o anche di chi semplicemente fa un errore. Abbiamo appena letto dei 4 anni e 4 mesi con cui se l’è cavata Matteo Di Pietro e ci è venuta una grande voglia di Xi Jinping, o anche soltanto di Stati Uniti. Orban o Salis?

stefano@indiscreto.net

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Ci vediamo su Substack

    Ci siamo. Come più volte, davvero troppe, annunciato Indiscreto in questa versione finisce qui. Rimarrà online fino al 31 dicembre, prima di scomparire e di reincarnarsi nella sua versione Substack che in molti già conoscono. Il link è indiscreto.substack.com e presto punteremo lì anche uno dei nostri domini (indiscreto.net o indiscreto.info) in modo che sia […]

  • preview

    L’invenzione del nemico

    Mentre scriviamo queste righe, Daniele Capezzone (inutile dirvi chi sia o copincollare la solita Wikipedia) siede già alla scrivania di direttore del quotidiano romano Il Tempo al posto di Tommaso Cerno (passato nel frattempo a Il Giornale). All’incirca una settimana fa, quando ci siamo sentiti e confrontati sul suo nuovo libro dallo sferzante titolo Trumpisti […]

  • preview

    Gli al posto di Le

    Il 70% degli italiani scrive e parla male l’italiano, secondo una ricerca di Libreriamo che abbiamo scoperto sul sito di Prima Comunicazione: come al solito invitiamo a leggere l’articolo originale e andiamo direttamente al punto, noi popolo del Qual è (lo scriviamo correttamente, ma dobbiamo sempre pensarci una frazione di secondo: comunque si scrive senza […]