Calcio

Maradona contro tutti

Stefano Olivari 26/11/2020

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Maradona è morto da poche ore e non ne possiamo già più. Il più grande campione di tutti i tempi, sommando il calciatore e il personaggio, è stato rapidamente trasformato in un santino condiviso, quando invece la contrapposizione era la sua benzina e nei suoi sette anni italiani era nel mirino non solo dei vituperati giornalisti del Nord, ma anche dei normali tifosi di Juventus, Inter e Milan. Molti dei quali non si ricordano dei se stessi degli anni Ottanta e adesso giocano a fare gli esteti, quelli al di sopra delle parti. Tutti rovinati da anni di storytelling che hanno reso la storia una schifosa e falsa melassa: se ti deconcentri un attimo Maradona diventa un Trinche Carlovich con più fortuna.

Già, la contrapposizione. Non solo ad Havelange, Blatter, Grondona, Matarrese, Berlusconi, eccetera. Abbiamo avuto la fortuna di vedere Maradona dal vivo decine di volte e la più significativa di tutte non è stata in una partita ufficiale ma in Football League-Resto del Mondo nel vecchio Wembley, quello con la pista per i greyhound, sabato 8 agosto del 1987, per festeggiare il centenario appunto della Football League. Con ancora fresco il primo scudetto del Napoli, di cui agli inglesi importava zero, ma anche il ricordo del gol di mano nel quarto di finale mondiale dell’anno prima. Maradona non aveva bisogno di soldi ed ebbe davvero molto coraggio nell’accettare l’invito insieme a Bagni nella squadra allenata da Terry Venables opposta a quella della lega inglese, allenata da Bobby Robson, ai tempi anche c.t. della nazionale. Con in porta Peter Shilton

In tempi politicamente e meravigliosamente scorretti i giornali accolsero Maradona con titoli del tipo ‘Dirty Diego’ e del resto quel gol di mano era davvero stato una porcata. Il riscaldamento pre partita di Maradona, con i soliti fantastici numeri, fu accolto da cori e fischi come nemmeno nel più becero degli stadi italiani (o argentini) e ad un certo punto il pallone rimase all’altezza del dischetto del rigore, fra lui e la mascotte, un pupazzo con dentro un uomo. La mascotte, un inspiegabile e gigantesco maiale (così lo ricordiamo, non abbiamo trovato foto), era a 5 metri dalla sfera, Maradona a 20, ma con uno scatto pazzesco anticipò il maiale e segnò a porta vuota mentre Wembley vomitava qualsiasi cosa contro di lui.

Foto, convenevoli, Pelé a stringere mani e consensi. La partita fu dominata dalla Football League, con Maradona fischiato civilmente durante i 90 minuti che fece abbastanza bene la sua parte in una squadra che aveva Dasaev in porta, Berthold, Celso, Hysen e Julio Alberto in difesa, Josimar, Bagni, Platini e Futre a centrocampo, Maradona e Lineker in attacco. Tanti campioni, ma furono travolti 3-0 con Chris Waddle a dominare (parentesi: per noi Waddle dominava sempre) e gol di Bryan Robson (colpo di testa su cross di Sansom, Dasaev immobile), Whiteside su assist di Liam Brady (da poco al West Ham, dopo sette stagioni in Italia) e poi ancora di Robson, su passaggio di Whiteside.

Da contratto Maradona avrebbe dovuto essere sostituito da Detari, ma nonostante non fosse giornata decise di rimanere fino alla fine, sfiorando il gol in diverse occasioni. Detari entrò quindi al posto di un Platini che si era ritirato qualche mese prima e che da allora non aveva corso per nemmeno un metro. I fischi diventarono sempre più rari ed all’uscita dal campo si sentì addirittura qualche applauso. Impossibile non rispettare Maradona, uno capace di andare contro tutti e di conquistarli. Cosa ci importa del sinistro, lui aveva il cuore, lui era il Jonathan E. di Rollerball. Ci dispiace per i nerd che fra 100 anni lo giudicheranno per le statistiche e per i gol. Per noi, finti studenti-lavoratori (la finzione riguardava entrambi i ruoli) nell’Inghilterra della Thatcher e di Lady Diana, era la terza attrazione della partita, dopo Platini e Waddle, ma è impossibile non dire che sia stato il più grande di tutti. Maradona, non un santo (in questo senso San Paolo meglio di lui) ma uno dei pochi esseri umani ad avere reso le nostre vite migliori.

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