Attualità

L’ultimo colpo di De Benedetti

Indiscreto 15/10/2019

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Carlo De Benedetti è un genio: non è l’unico imprenditore italiano, anche se da qualche anno è cittadino svizzero, capace di fare i propri interessi ma di sicuro è fra i pochi che riescano a far passare i propri interessi come un bene per il Paese. Ci riferiamo alla saga familiare che in questi giorni lo sta vedendo mediaticamente contrapposto ai tre figli per il controllo di Gedi, la casa editrice proprietaria di Repubblica, La Stampa, l’Espresso, Radio Deejay, eccetera.

Mentre stiamo scrivendo queste righe, metà pomeriggio di martedì 15 ottobre 2019, il titolo Gedi ha una quotazione in Borsa di 29 centesimi di euro. Chi se ne frega, direbbe chi tiene i soldi in contanti sotto il materasso. Però è lo stesso interessante notare che questo 0,29 è il 16% in più rispetto a quanto quotasse la stessa azione venerdì scorso, prima della sparata di De Benedetti contro i figli.

E prima anche della sua offerta, annunciata da lui stesso all’Ansa, di 0,25 euro per azione per il 29,9% del capitale. Offerta fatta a CIR, cioè l’azionista di maggioranza del gruppo, che altro non sarebbe che la finanziaria dei De Benedetti di fatto donata dal padre ai tre figli nel 2012 quando a 78 anni aveva deciso di ritirarsi.

Adesso questo grande ritorno, finanziario e mediatico, con anche una bella intervista concessa ad Aldo Cazzullo in cui dice nella sostanza che i figli non hanno la passione per l’editoria ed in ogni caso non sanno gestire un’azienda complessa come Gedi. Difficile dargli torto, visto il livello raggiunto dalle azioni, ma la parte più interessante è quando De Benedetti dice che vuole tornare in pista per il bene del paese. Vorrebbe rilevare sì Repubblica e tutto il resto, ma solo per conferirle fra qualche anno (da notare che lui ne ha 85) ad una fondazione governata da personaggi della cultura e giornalisti. Insomma, Scalfari e Albertino non hanno nulla da temere.

Aaaahh, che appassionante storia di famiglia, signora mia. Ma dal bar, mentre riflettono su quel fondo bilanciato denominato in rand che gli ha proposto la SuperMegaBanca, si pongono la seguente domanda: se davvero vuole fare il bene del Paese (viene il sospetto che sia la Svizzera), perché De Benedetti si è fermato al 29,9% e non è andato oltre di quel decimale che avrebbe fatto scattare l’obbligo di OPA?

Non lo sappiamo, lasciamo la risposta agli esperti di finanza nei pochi minuti liberi dall’analisi dei bilanci del Crotone e delle prospettive del Benevento sui mercati asiatici. Non alla Consob, che ha cose più serie di cui occuparsi (organizzare la castagnata?). L’unico risultato certo è che il prezzo dell’azione Gedi è aumentato del 16%, come se in Italia fosse scoppiata improvvisa la passione per la lettura. E chi le aveva prima, queste azioni, o le ha comprate ai minimi, ha fatto un buonissimo affare. Altro che tassi negativi, con De Benedetti si viaggia a più 16% in due giorni.

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