Logan senza benzina

5 Febbraio 2024 di Oscar Eleni

Oscar Eleni nascosto fra i monti cinesi dell’arcobaleno cercando l’erba per battere il fuoco, la rabbia che ti prende quando lo sport diventa gingillo nelle mani della santa ipocrisia. Meglio camminare a testa bassa dietro i cortei per chi ci ha lasciato, ieri Riva, oggi Hamrin, Losi, tutti campioni, come il mezzofondista Jazy, con un’anima che ci piacerebbe trovare nei campioni di oggi sapendo che è già contaminata se i genitori picchiano insegnanti e allenatori in loro nome, se le risse nei campionati minori sono divertimenti come le invasioni del branco dove la caccia al superfluo rende tutto  avvelenato. Un mondo sportivo dove il profumo dei soldi fa dire ai manager che il campione apparentemente felice di stare nella società importante non è detto che rinnovi il contratto perché altri bussano alla sua porta. Clima ideale in squadra e con i tifosi.

Non esiste più la fedeltà di una volta? Lasciamo perdere le nostalgie ridicole. Come detto, seguite i soldi e troverete il letto per i vostri idoli fasulli. Siamo contenti che Sinner preferisca allenarsi piuttosto che  passeggiare sul palco dell’Ariston, così come saremmo contenti se nessuno andasse a fare il soprammobile ai tavoli dove sei soltanto il contorno in un paese che considera ancora lo sport una perdita di tempo, a meno che in casa non si accorgano che il talento viene pagato abbastanza bene. Scuola e Sport. Sport e Salute. Etichette tanto per far credere che sia lo Stato e non le società di base, il potere politico e non i sacrifici dei tecnici, magari in federazioni dove è difficile farsi capire se proponi fatica, sacrificio e nessuna festa a Palazzo, ad illuderci che ai Giochi di Parigi avremo più medagliati che dispersi sulla Senna.

Certo che  siamo stupiti per certi risultati, ci inginocchiamo e preghiamo perché non ci siano contaminazioni, altro che passerelle, strette di mano e selfie con i ministri, magari gli stessi che per lo ius soli stanno ancora litigando, quelli che per dare passaporti hanno dovuto farsi pregare. Oggi siamo felici se la nuova atletica manda in gara fuori dai confini i suoi talenti migliori e in settimana i record nazionali battuti ci dicono che Tokyo non è stata una illusione, sicuri che anche ai Mondiali di nuoto inusuali a febbraio, strani nel tepore di Doha, costringeremo chi guarda da fuori, da lontano, a domandarsi chi soni questi allenatori italiani che mandano in vasca gente senza mandolino, pronta a soffrire, un po’ come sembra succedere nel rugby anche se la prossima partita con l’Irlanda potrebbe mandarci di traverso il dolce del dopo Inghilterra.

Speriamo che tutti facciano come Sinner anche se la sua residenza a Montecarlo ci fa discutere, litigare, pur sapendo come stanno le cose fra i cittadini e  le tasse. L’evasore che in altri paesi va in galera qui è considerato un santo furbacchione. Ma  a noi piace ed interessa il Sinner del campo, di allenamento e di gara.

Così come ci piacerebbe che a Milano, dove la squadra di basket sponsorizzata da Armani fa il minimo sindacale nel campionato, mentre nell’Eurolega sembra davvero una cagnolina bastonata, come da logo sulla maglia, il pensiero dominante non fosse il rinnovo dei molti contratti che scadono nel 2024, ma l’esame di coscienza generale. Dei giocatori che sul campo, spesso, sono inguardabili. Dei tecnici che dovrebbero andare più spesso a cercare nell’anima dei loro uomini piuttosto che nei loro passi di danza per smarcarsi. Dei dirigenti, manager per le scelte che hanno fatto e continuano a fare senza trovare un pastore capace di guidare il gregge sul campo, la famosa doppia anima come nella grande Ignis, nel grande Simmenthal, nella vera Virtus di Messina, nella Cantù magica, nelle nazionali arrivate all’oro con Gamba e Tanjevic, alla gloria olimpica con Recalcati.

Siamo per  la constatazione amichevole dei danni, felici se un allenatore come Boniciolli manda al diavolo chi insulta e fugge, chi vede il male dappertutto, difendendo squadra, società e presidente. Ci mette la faccia e trova persino un gran risultato nella settimana in cui il professor Logan se ne è andato di notte, a 41 anni, per non disturbare, soltanto perché aveva finito la benzina che negli anni ce lo ha fatto amare qualsiasi maglia portasse. Augurandogli una vita giusta negli Stati Uniti. Da noi ha fatto storia e lo ricorderemo come invece facciamo fatica a fare, pur nel dolore per il suo addio, per Earl Cureton che fuggì nella notte da Milano mentre Peterson e Cappellari scoprivano il tradimento  troppo tardi per un campione che  sul campo aveva davvero fatto una toccata e fuga.

Basket che fra sette giorni staccherà dai campionati, dalle coppe mefitiche, per dedicarsi alla Nazionale e, soprattutto, alla festa di Coppa Italia, maschile e femminile, a Torino dove hanno già scelto la madrina, preparato lo spettacolo, sistemando telecamere per dirette su DMAX, Eurosport, Dazn, insomma tutti  meno la Rai che comunque si tiene la serie A2, un campionato che meriterebbe attenzione e luce propria perché sembra la Lega giusta dove far crescere giocatori italiani che in A1, salvo rarità, sembrano tutti al servizio di presunti campioni di altre scuole, anche se dagli Stati Uniti arrivano spesso soltanto egoisti presuntuosi, infelici per non essere stati capiti altrove.

Basket che si domanda se Brescia, meritatamente prima in classifica, potrà tenersi la coppa Italia vinta l’anno scorso a Torino, se la Segafredo Virtus che ha stupito l’Europa sarà feroce come in supercoppa, se la Reyer, l’unica che porterà in finale uomini e donne, ritroverà fortuna e assetto da battaglia.

Pagelle fra i monti colorati dove lo sciamano non ha il tocco dei coniugi Ottolina per questa ustione che sembra simile a quella presa a Città del Capo dimenticando l’olio solare nel 1973. Male passato in fretta, era la gioventù, ben diversa dalla molesta senectute che in tanti ci chiedono di amare lo stesso.

10 A Geppi CUCCIARI, ex cestista, balente sarda che tifa Sassari ovviamente, per la strepitosa intervista alla novantacinquenne pasionaria Franca Caffa in Splendida Cornice, la tivu che guardi volentieri, come quella di Gramellini o Augias, dei canali RAI dove non esagerano col personale di servizio. Dovremmo eleggerla madrina a vita delle grandi manifestazioni, dovremmo avere il suo coraggio e quello della genovese che a Milano ha avuto l’Ambrogino per il suo lavoro con gli ultimi che non avranno mai un cantore come il Wenders di Perfect Days.

9 A Luca BANCHI che con stile tutto suo guida una bella Virtus, che sa proteggerla quando pecca o perde e lodarla se fa squadra, che sa difendere senza esagerare una proprietà appassionata, onesto più di noi critici nel ricordare che in questa Virtus c’è il lavoro di Djordjevic e Scariolo.

8 A TRENTO come società, partendo dal presidente LONGHI, per aver lasciato passare la tempesta delle 5 sconfitte consecutive in campionato, per aver trovato subito il cambio per l’infortunato Ellis, senza cercare colpevoli, ma facendo gruppo.

7 A COURNOOH che nella giornata dove Brescia era senza il bomber Della Valle ha servito la causa meritandosi i complimenti del Magro che resta primo in classifica.

6 Al BONICIOLLI sempre in barricata che si sente felice anche se questa SCAFATI lo farà soffrire, ma intanto presenta al nostro basket una squadra vera e forse il GENTILE che avremmo potuto avere se fosse cresciuto senza adulatori.

5 Ad ARMANie SEGAFREDO Virtus che questa settimana saranno impegnate in casa nell’Eurolega: giovedì Milano contro il Real primo in classifica, venerdì Bologna contro il Monaco. Tutte e due in diretta SKY-DAZN alle 20.30. Più o meno la stessa ora che la settimana santa della musica  dedica al Festival di Sanremo sui canali Rai. Masochismo per un‘ora di differenza?

4 A VENEZIA perseguitata da infortuni importanti, il centro trovato e perso subito, che a Reggio Emilia sembrava senza anima. Un calo di zuccheri preoccupante e non soltanto per aver trovato arbitri diciamo “pignoli”.

3 A NAPOLI che si era illusa di aver fatto squadra troppo presto. Ora fare muro contro i lavativi, difendere un progetto con più orgoglio di quello mostrato dai giocatori per proteggere il canestro.

2 All’ARMANI che regala le partite di eurolega dopo averle avute in mano, sapendo che le succederà sempre perché la fatica, l’egoismo, la mancanza di un regista sincero asfissieranno il gioco più dei palleggi infiniti fingendo di non vedere il compagno libero.

1 Alla VARESE che ama il gioco arioso, il corri e spara, e dimentica che senza una difesa decente si dà un calcio al secchio di latte come avrebbe detto il professor Nikolic, messaggio che dovrebbe arrivare un po’ in tutte le società dove si dimentica che l’attacco fa vendere i biglietti, ma è la difesa che garantisce le vittorie.

0 A Gianmarco POZZECCO se dovesse deprimersi per la giornata balorda di quasi tutti i convocati per la finestra europea. A parte Petrucelli, Ricci e forse Melli, soltanto brutte figure: da Mannion a Spissu, dall’espulso Tessitori a Flaccadori e Tonut, per non parlare di Severini, agli ne Bortolani e Caruso. Sperando che Spagnolo e Procida non si deprimano a Berlino.

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