Basket

L’isola di Dule

Oscar Eleni 05/02/2010

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di Oscar Eleni

Alla prima neve, cadono insieme Scariolo, Messina e Pianigiani, i tre re magi della scuola tecnica italiana, qualcuno ha osato salire più in alto dove i sentieri sono ormai chiusi per scoprire a Belgrado l’immensità di Dule Vujosevic, guru del Partizan. Bisognerebbe farlo spesso anche qui da noi un viaggio di purificazione: domani sera chi andrà a Masnago potrebbe sentirsi in crisi mistica. Eh sì, perché di fronte non ci saranno soltanto la Cimberio, che ha bisogno di una vittoria come il debole di polmoni dell’aria pulita, e la Tercas Teramo che cammina lontano dai suoi sogni, ma anche Stefano Pillastrini ed Andrea Capobianco che rappresentano, per noi, l’isola di Dule il serbo.
Uno che in Italia non abbiamo proprio compreso, mandandolo via dopo 5 anni, 4 con il poco che aveva a Brescia e Pistoia, 17 partite in tutto alla Scavolini dove la parola programmazione faceva venira l’orticaria e , come si è visto, nel tempo, hanno poi azzeccato tutte le mosse per finire lontano dalla loro Itaca dove predicavano gli Aido Fava, i Bertini, i Bianchini, lo stesso Scariolo.
Pillastrini è pacioso come l’allenatore del Partizan, Capobianco suda ed impreca, con la camicia sempre a mezz’asta, come l’uomo che ha dato al basket europeo, dai Danilovic in poi, i migliori talenti: li prendeva grezzi e li faceva, li fa diventare pietre preziose. Da noi devi travestirti se vuoi sopravvivere dove dettano legge persino quelli che hanno portato grandi soietà alla bancarotta, gente che non ha ideali e progetti e ogni giorno si lamenta degli altri e chiede aiuto sapendo di non meritarlo, anche se poi, magari, li vende per novità come succede in tanti posti e chi vede giocare certe squadre giovanili lombarde griffate si vergogna per tante menzogne.

Oro Pilla ha masticato ogni tipo di legno, non ha mai chiesto più di quello che meritava, gli hanno fatto grandi torti, ma lui continua e speriamo che Varese, penalizzata e stranamente mai andata al ricorso, gli creda anche se fino in fondo sarà sull’orlo del mare sporco chimato retrocessione. Achab Capobianco pesce pregiato, guarda caso dello stesso segno di Vujosevic, ha trovato un porto di quiete dove altri suoi eccellenti colleghi sbatterono la faccia. Il tempo migliora la gente e ora Teramo ha davvero qualcosa di speciale, anche se la stagione è diventata subito balorda per colpa degli infortuni, delle visioni di qualche fringuello che sotto la neve soffre. Non faremo il tifo per nessuno di questi due allenatori. Vorremmo che tornasse il pareggio, vorremmo che avessero quello che meritano anche se non potrebbero mai indossare abitini firmati e fare cure dimagranti per il sorriso del padrone.
Oscar Eleni

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