Basket

L’inverno di Messina

Oscar Eleni 29/01/2021

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Oscar Eleni dalle rocce bretoni di Crozon per una dichiarazione non richiesta di innocenza. Nessuna voglia di suicidio. Invasione del giorno di magro per celebrare la sesta vittoria in fila nell’Eurolega di Ettore Messina. Sì, certo, lui e Stavropoulos potrebbero chiederci lo sventramento per aver criticato la costruzione della squadra senza un centro di gravità permanente oltre al magico Hines. Restiamo sulla posizione, perché questa Armani potrebbe davvero fare cose importanti a livello europeo se aggiungesse qualcosa, ma anche così, lo ammettiamo, merita tutto il rispetto. Il suo mese di gennaio è stato davvero importante: tante partite, tanti infortuni, soltanto vittorie. Eh sì, come dicono a Milano, pasticciere fai il tuo mestiere (ofelè fa el to mestè), ma, chiedendo scusa, chi fa questo mestiere, non soltanto nel giornalismo sportivo, spesso ama pensare di essere più bravo di chi lo fa da professionista.

Pur sapendo che Messina, se vuole, sa inseguirti fino al secondo anello di un palazzo deserto, siamo sicuri che si godrà il momento senza voglia di vendette come contro il Trinchieri che nelle interviste ad Eurosport ci è piaciuto fino a quando non ha fatto confusione su trofei mai vinti. Il nostro Tancredi ha costruito  una squadra vera. Costosa, forse con un’anima borghese, ma nel pericolo fa rimonte come quella che sembrava impossibile contro il solido San Pietroburgo di Pascual. Tanta roba in una notte dove non tutti sono andati bene. Gruppo, qualcosa dentro che non immaginavi sotto il bel vestito Armani. Tutti avvisati anche se in Europa c’è chi sembra ancora molto più forte, anche se in Italia c’è chi spera di vedere cadere Ettorre sotto le porte della Coppa Italia che si giocherà ad Assago, un po’ come l’anno scorso a Pesaro. Hanno ragione tutti quelli che sperano nella disgrazia altrui, ma devono ammettere che Milano sta facendo una stagione di qualità, impegnandosi abbastanza anche quando potrebbe riposare.

Lo diciamo dopo aver visto col nervoso il recupero vinto da Trieste, con pioggia di triple, su Varese dimezzata dal Covid. Sembrava un allenamento per i muli, la disperazione per Bulleri e i suoi giocatori. Secondo voi hanno senso partite dove va in campo una squadra ferma da un mese? Lor signori dicono di sì e alzano le spalle se il Vanetti dopo Dallera, sul Curierun, ripropone il basket degli sfasciaioli e  si sente dire che questo campionato italiano appare falsato dal Gherardini che ad Istanbul sta vedendo risorgere il Fener perché anche loro hanno preso un grande allenatore.

Figurarsi se questi al comando ascolteranno il Righi baskettaro che da anni fa funzionare benissimo la pallavolo. Niente. Purtroppo il Pedrazzi che ha detto tante cose giuste è nascosto in un sito coraggioso. Chi ha lettori e spazio, forse, non sa cosa farsene. Destino. Maiale come quello che ci ha rubato Michele Fusco, storia bella del Giorno, raccontato bene dal nostro Giganton, uno che nello sport aveva classe, nell’altro giornalismo talento e ironia. Lo vediamo bene con cravatta rossa, in bicicletta, per Roma, mentre insegue quelli che dovrebbero essere onorevoli e ci hanno buttato in un pozzo, tenendosi stretti in cordata alla cosca dei frodatori senza vergogna presenti in troppe categorie, dalla chiesa all’ospedale, alle caserme, ai tribunali. Siamo noi quegli italiani che secondo qualcuno dovrebbero venire prima. Di chi?

Vi salutiamo felici per aver rivisto su un campo Romeo Sacchetti, commissario tecnico della Nazionale licenziato dalla Fortitudo. Presto avrà una bolla azzurra da riempire. Ad Assago ha visto poco, un Moraschini sotto tono, un Datome con ruote sgonfie. Lui, però, pensa con ossessione, come del resto o presidente, alla qualificazione olimpica in terra serba contro lo squadrone che potrebbe far tremare anche gli Stati Uniti se dovessero avere troppe defezioni. Aspettiamo i giorni della verità. Veramente aspettavamo dall’inizio una stagione gestita in maniera diversa, meno costosa, più produttiva nella ricerca e nel lavoro sul campo. Lor signori ci hanno detto che la rivoluzione si farà. Quando? Be’, non abbiate fretta, magari al prossimo bisestile. Le pagelle di Milano? Otto a Messina, per la squadra un sette collettivo e beviamoci sopra.

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