Tennis

L’età della Schiavone

Stefano Olivari 29/04/2013

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Una volta discutevamo di grandi tennisti che vedevamo giocare tre volte a stagione (ci sono stati anni in cui la Rai non ha trasmesso Wimbledon, pur avendone i diritti), adesso guardiamo sul segnale bulgaro di Supertennis la finale del torneo di Marrakech e non rimpiangiamo i bei tempi andati (belli proprio perché andati). Ma più che alla fantasia della Schiavone che ha irretito la Dominguez Lino, vincendo il suo sesto torneo del circuito maggiore (pochi, in relazione al talento: però uno dei sei è il Roland Garros 2010…) e dando forse una svolta al suo mediocre 2013, la nostra considerazione da bar è andata all’età delle protagoniste del tennis di oggi. A quasi 33 anni la Schiavone è diventata, battendo la 32enne spagnola, la più vecchia vincitrice di un torneo in un anno che ha visto il ritorno in vetta alla classifica della 31enne Serena Williams. Mentre stiamo scrivendo queste righe ai primi 10 posti del ranking la più giovane è la quasi 23enne e per certi aspetti già declinante Wozniacki e per trovare la prima non diciamo ragazzina ma almeno ventenne bisogna arrivare al numero 17 dove c’è la grande speranza americana (nonché nuova Serena, ma giusto per la pelle) Sloane Stephens. E per trovarne un’altra non oltre i 20 anni bisogna scendere alla 41, dove c’è il nostro pallino Laura Robson, la mancina britannica che sembra tagliata per l’erba e per il doppio anche se finora non ha combinato molto né sull’erba né in doppio (fatta eccezione per il brillante argento olimpico nel misto con Andy Murray). La domanda, in sintesi, è questa: perché anche nel tennis femminile oggi si emerge in età molto più avanzata rispetto a pochi anni fa? Graf, Seles, Capriati, Hingis, la stessa Serena, già da minorenni erano vicine ai loro livelli massimi. Non sempre questa precocità era un bene, anche senza fare il solito esempio di Andrea Jaeger, ma comunque un talento brillava ai massimi livelli già da subito. Una Kournikova, per dire, prima di vivere facendo la Kournikova, era stata a 16 anni semifinalista a Wimbledon… Stiamo in maniera faticosa tentando di dimostrare una tesi anti-passatista: nel tennis di oggi il livello atletico e tecnico si è così alzato che una ragazzina anche di grande talento viene triturata da una brava professionista nel pieno della carriera. Oggi come oggi la Robson verrebbe presa a pallate dalla Errani, fra tre anni chissà. Una situazione che spiega anche il perché di carriere in crescendo anche in età quasi da ritiro, come per la Vinci e la stessa Schiavone. Probabilmente una Seles emergerebbe a 16 anni anche oggi, con l’attività forzatamente limitata fra i 14 e i 18 (il vituperato papà delle Williams c’era arrivato da solo), ma al gradino immediatamente sotto si fa molta più fatica.

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