Sport

L’esclusione di Pozzecco

Oscar Eleni 11/08/2025

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Oscar Eleni sulla via della preghiera in Portogallo parlando con l’alce dell’Alaska che ha preferito scappare verso il grande caldo piuttosto che farsi accarezzare da Putin e Trump già convinti di potersi spartire il mondo, fingendo, come troppi nell’Europa che ama sentirsi piccola, come i mostri di Gaza, di essere uomini che vogliono soltanto la pace e sui dazi e le bombe atomiche scherzano come chi ricordando Hiroshima ha fatto anche dello spirito di patata in aceto. Buttare via i barattoli col botulino, spegnere la televisione appena partono i servizi sul grande esodo di agosto, fingere di non capire perché molte spiagge sono rimaste deserte, sorridere quando senti  che tutto è aumentato e in certi posti preferiscono soltanto il turismo miliardario, cacciando tutti gli altri. Nella tregua a Camere in vacanza, aspettando di capire se il torrido andrà avanti anche dopo Ferragosto, ci godiamo il fresco di una gioventù che pensavamo dispersa davanti alle discoteche, in fila per viaggi esotici, un piccolo esercito di lamentosi che disprezzano i genitori, picchiano gli  insegnanti, portano in tribunale gli allenatori troppo severi. Sbagliavamo. Come sempre, quando pensi che tutto sia male e non esista il bene.

Settimana santa per lo sport italiano della nuova generazione. A Tampere, nella Finlandia dove il caldo ha fatto morire troppe renne, di fianco alla chiesa che dall’alto sembra un pesce, fra due laghi, un’altra chiesa con vetrate  che diventano incubi, lo stadio dove la nazionale italiana under 20   di atletica nell’europeo della rivoluzione ha vinto addirittura il medagliere, andando sulla luna con turbo Kelly Doualla,  quindicenne campionessa nei 100 e ultima frazionista di una staffetta veloce che ha preso l’oro e anche il record.

Italia multietnica di nuova generazione, con campioni minorenni nel triplo maschile e femminile, due ragazzi per il vero salva Milano che servirebbe, campioni nel nome di società storiche come la Bracco, la Pro Patria Cus Milano, la Riccardi, con medaglie d’oro  festeggiata con spumante millesimato dagli Acerbis per il diciottenne bergamasco Togni sui 110 ostacoli e il bronzo  per la  sedicenne piemontese Alice Succo nei 100 ostacoli, medaglie importanti da aggiungere a quelle di Nappi e della triplista Saraceni. Una festa vera che dovrebbe aiutare a proteggere questa generazione che sa faticare e soffrire e, magari, anche ballare.

Fare squadra nel nuoto, nell’atletica, nei grandi sport individuali, non è mai facile. Merito di chi dirige, benedetti siano Tonino Andreozzi, l’uomo che ha guidato la spedizione in Finlandia e Stefano Mei, presidente che non riesce a dialogare con chi osa criticarlo, ma che sa recitare bene come capo branco nelle grandi manifestazioni, un grande ex mezzofondista che forse  ha capito che l’unione da davvero la forza e la base va sempre rispettata. Speriamo lo facciano anche i cannibali che bussano alla porta di questi campioni in erba, speriamo che chi crede nei campioni dello sport per vendere meglio il proprio prodotto aiuti e non schiavizzi questi giovani talenti.

La stessa speranza che dovrebbe avere il basket che cerca di capire se i sogni di Pozzecco si avvereranno come quelli della velocista Doualla che Walter Monti, cognome nobile che ci ricorda il collega Carlino velocista sul podio olimpico con la staffetta alle olimpiadi di Londra 1948, sta portando alla grande ribalta nel nome della Pro Patria. Andiamo cauti nello spalancare porte mondiali vere a Tokyo in settembre  per campionesse e campioni che stanno crescendo bene. Per jumbo  Kelly si parla di probabile staffetta mondiale a Tokyo, ma, come dice Mei, a decidere dovranno essere soltanto i genitori e il tecnico. Deve essere così, a 15 anni si deve anche riposare e, magari studiare e come dice lei stare sulle barricate dove lei fa il tifo per Sylla ed Egonu in partenza per il Mondiale del volley.

Ma torniamo al basket  prima di lasciarci applaudendo altra gioventù che va sul podio, ancora le donne, un’altra squadra under 20 che Piazza  ha diretto bene, talenti da proteggere come quelli dell’atletica, un bel gruppo che in campo per la finale del bronzo vinta con le svedesi portavano il lutto nel ricordo dell’azzurra Paola Mauriello morta a soli 44 anni, ex colonna della nazionale e del Parma femminile.

Dicevamo dei sogni del Poz e di Gigi Datome dopo le belle giornate a Trieste casa del nostro ex mattocchio preferito che ha fatto finalmente pace con se stesso e con Tanjevic, che lo escluse dal viaggio dorato agli Europei di Parigi mel 1999, avendo ben capito come sia difficile per un allenatore scegliere, e dire a un giocatore che non sarà in squadra. A lui Boscia spiegò il ruolo che doveva accettare  avendo nel gruppo banditi speciali come Myers, Basile, Andrea Meneghin, carri armati per sfondare qualsiasi difesa, ma poi da proteggere con un vero regista al momento in cui si doveva raccogliere. Anche adesso alla viglia delle ultime scelte non sarà facile dire grazie e arrivederci magari a Rossato o Severini, qualcuno  teme persino per Tonut, per rendimento e ruolo e non  certo per far felice Messina che sembra al momento l’Erode dell’Europeo, come dice Doncic, lamentandosi che gli uomini della Slovenia tesserati per l’Armani abbiano deciso di stare a casa come anche altri  nel regno di re Giorgio. Però il bene comune merita sacrifici.

Con questo peso sulle spalle, ma con  la certezza di aver fatto sposare tutti alla sua chiesa del basket e della fatica come divertimento, dopo il test bolognese con l’Argentina, deciderà come preparare il viaggio verso Cipro e l’Europeo, nella speranza che Gallinari non sia sfinito dopo il bel finale nel campionato portoricano. L’Italia del cuore e della simpatia che con Diouf  ha liberato Melli da certe catene, che con la nuova generazione regalata dalla Virtus diretta da mastro Pajola, con l’energia di Spissu clone del suo allenatore, le nuove chele del Ricci tonante, il talento di Spagnolo e Procida, gli esiliati in Germania che ora andranno in Spagna, promette di poter sostenere al massimo il Fontecchio mano calda e una Nazionale dove rischiamo di non vedere in campo nessun giocatore del nostro campionato. Meglio così, dirà qualcuno, ma a noi fa venire i brividi e dovrebbe averli anche Petrucci adesso che dovrà parlare spesso con Gherardini che non immaginava di ritrovare una serie A così povera di talenti della nostra scuola.

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