Economia

Le assicurazioni che ci tengono in piedi

Stefano Olivari 27/04/2009

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Qualche giorno fa abbiamo scritto del crollo delle entrate pubblicitarie in tutti i settori dell’editoria tranne che sul web (anche se dai banner presenti su Indiscreto non si direbbe), sottolineando come invece il comparto Finanza-Assicurazioni abbia nel 2008 investito sulle televisioni l’80,7% in più rispetto al 2007. Secondo noi una simpatica partita di giro fra il governo, le aziende del premier ed altre aziende sull’orlo del crack e bisognose di sovvenzioni pubbliche. Ma Alberto, assicuratore e fan di Indiscreto, ci ha proposto una spiegazione meno superficiale della nostra: ”Ormai la pubblicità è l’unico canale di promozione conosciuto. Le compagnie telefoniche hanno come unico mezzo di diffusione la pubblicità e il passaparola (io che sono un agente invece vado direttamente a cercarmi i clienti, è la differenza fondamentale tra compagnie “tradizionali” e telefoniche-via internet). Altro aspetto interessante: le compagnie telefoniche dopo aver fatto una sorta di dumping per conquistare quote di mercato (nei primi anni di presenza in italia), ora stanno riallineando i prezzi per cominciare a produrre utile. Poi le compagnie tradizionali hanno spinto sulla pubblicità per farsi conoscere: sembra strano, ma Ras, Allianz Subalbina, Lloyd Adriatico hanno cambiato nome e marchio quest’anno (sono diventate tutte Allianz e hanno lo stesso logo): è dal punto di vista di marketing una società nuova che si deve far conoscere sul mercato. Lo stesso vale per Zurich che ha praticamente raddoppiato i propri punti vendita in Italia (andando a coprire molte zone in cui non era presente), e quindi ha la necessità di farsi vedere e notare. Italiana Assicurazioni (quella che fa la pubblicità durante le gare di Formula Uno) è una compagnia nuova, che si deve far conoscere…Sono sostanzalmente questi i motivi principali della spinta sulla pubblicità di molte compagnie, secondo me”. Ringraziamo per i chiarimenti assicurativi, rimane il discorso sull’attivismo pubblicitario delle banche. Perché ad essere sull’orlo del fallimento sono loro…

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