Televisione

La televisione criptogay contro Miss Italia

Stefano Olivari 22/12/2022

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Lavinia Abate è stata eletta Miss Italia 2022, da una giuria il cui presidente era Massimo Boldi. Il trionfo della diciottenne romana è però sfuggito ai più, perché come accade dal 2020 la storica manifestazione è stata trasmessa soltanto sul web, sui propri canali YouTube e Facebook. Insomma, Miss Italia è finita se nemmeno la più scalcinata delle emittenti ha offerto un euro per averla. Non è evidentemente una questione di ascolti, perché le prime serate dei principali canali generalisti sono popolate da flop in zona 1-2%: ci viene in mente la recente trasmissione di Ilaria D’Amico su Rai 2, ma gli esempi potrebbero essere tanti.

Il problema, dal punto di vista del televisivamente corretto e dell’estetica criptogay che domina nei media italiani, è che Miss Italia appartiene all’immaginario di un’Italia antica ma ancora esistente, l’Italia di chi leggeva fotoromanzi e attraverso i concorsi di bellezza sognava di sfuggire ad un futuro da casalinga, nella migliore delle ipotesi. Non conta che spesso ad emergere siano state ragazze laureate, comunque con un cervello e a disposizione un piano B rispetto ai compromessi del mondo dello spettacolo. L’Italia di Miss Italia è sempre stata un’Italia ben definita, sia nell’era pretelevisiva sia da quando la manifestazione di Enzo Mirigliani, ora nelle mani della figlia Patrizia, è stata televista, cioè dal 1979.

Ce la ricordiamo bene, quell’edizione presentata da Corrado da Viareggio, anche se gli anni d’oro sono stati quelli di Salsomaggiore, soprattutto quelli con la conduzione di Fabrizio Frizzi, con risultati d’ascolto clamorosi e share degni del Festival di Sanremo: si può dire che fino a 20 anni fa, 20 e non 70, mezza Italia seguisse Miss Italia: l’Auditel parla chiaro. Poi il lento declino, decretato dai gusti del pubblico prima che dai dirigenti televisivi. Però finché è stata su Rai 1 lo share viaggiava intorno al 25%, tipo Ballando con le stelle (a proposito di estetica criptogay). E nel 2019, quando con la conduzione di Alessandro Greco è tornata sul primo canale del televisore dopo gli anni di La7, ha fatto comunque quasi il 20%.

Onestamente non abbiamo seguito nemmeno un minuto della serata condotta da Salvo Sottile, ma se fosse stata su Rai 1 magari un’occhiata l’avremmo data. Di sicuro Miss Italia non è mai stata una manifestazione volgare, magari noiosa sì ma certo non volgare, e comunque non ci sarebbe bisogno di elencare il numero di potenziali donne di spettacolo alle quali ha offerto l’opportunità di farsi notare, fra vincitrici e non. Lucia Bosé, Sofia Loren, Silvana Pampanini, Miriam Leone, Martina Colombari, Gina Lollobrigida, Anna Maria Rizzoli, Mara Carfagna, Anna Kanakis, Federica Moro, Roberta Capua, Ramona Dell’Abate, Anna Valle, Elisa Isoardi, e sicuramente non ne stiamo citando altre cento. Certo nessuno scenderà in piazza per avere Miss Italia in una televisione in cui è più facile vedere trasmissioni sulle drag queen che una sfilata di ragazze in costume. Conclusione? Le carriere dei dirigenti televisivi dipendono più dalle buone critiche che dal buon pubblico.

stefano@indiscreto.net

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